Sul Fatto quotidiano: “Hanno la faccia come il culo, definisce la Gazzetta i trombettieri di corte. Lo sport italico è una vergogna a cielo aperto”.
La tocca piano Paolo Ziliani sul Fatto Quotidiano. Torna sul caso Lega-elezione Miccichè-Malagò e scrive che i venti presidenti della Lega Serie A e Malagòhanno
“la faccia come il culo”
Oggi, scrive, si terrà l’assemblea di Lega per discutere dei diritti tv. I presidenti che saranno presenti sono “persone senza ritegno” come lo è Malagò, che li guidò nell’elezione di Gaetano Miccichè “calpestando tutte le regole calpestabili”.
“Un’orda di vandali di leggi e regolamenti, la banda Malagò & friends, che non conosce vergogna e – incredibile a dirsi – non si pente e non si rassegna e persevera”.
L’inchiesta condotta dalla Procura Federale ha definito illegittima l’elezione di Miccichè, scrive Ziliani, e ricorda i passaggi incriminati, con Malagò che
“aveva riscritto nottetempo lo statuto inserendo una norma ad personam che rendeva Miccichè eleggibile senza nemmeno aver chiesto l’approvazione della modifica alla federazione”.
E la
“sua spudorata decisione di non scrutinare le schede nell’urna, visto che anche una sola scheda bianca avrebbe fatto crollare il castello di carta dei “topi di città”, leggi Juventus, Roma, Milan, Inter, Torino, Sampdoria & company opposti ai “topi di campagna”, e cioè Napoli, Lazio, Genoa e pochi altri”.
Tutti insieme,
“spalleggiati dai trombettieri di corte, guidati come sempre dai marines de La Gazzetta dello
Sport”
i presidenti e Malagò si sono lanciati ora in una nuova battaglia, rimettere Miccichè al suo posto.
“e chissenefrega se il nostro eroe siede nel Cda della RCS di Urbano Cairo, presidente del Torino, e se la banca IMI che presiede cura il titolo azionario della Juventus e ha come debitori svariati presidenti di serie A con le pezze al culo, per dirla con un altro francesismo”.
Ziliani chiama in causa anche Coni e Figc, che sono solo l’altra faccia della stessa medaglia dei “topi di città”, dice e che oggi lanciano proclami a favore del disegno pro-Miccichè.
“Non ci permettono di calpestare le regole? E noi le calpestiamo lo stesso. Così vanno le cose nel carrozzone dello sport italico: una vergogna a cielo aperto”.