El Pais: l’ex centrocampista del Real Madrid non ha mai voluto patteggiare, rischiava 4 milioni di multa e 2 anni e mezzo di carcere. E’ stato giudicato innocente
Aveva rinunciato a patteggiare col fisco, e ha vinto. Xabi Alonso batte l’Agenzia delle Entrate spagnola. Ed è il primo della storia degli atleti d’elite e uscire “innocente” dal tribunale fiscale. Accusato di aver occultato 2 milioni di euro dal 2010 al 2012, rischiava 2 anni e mezzo di carcere e 4 milioni di multa.
“Non patteggerò. Non ho mai frodato e non ho pensato di farlo. Sono innocente”.
aveva detto. Ha affrontato il processo, che si chiude oggi, e ha vinto.
El Pais anticipa il verdetto, anche se la sentenza sarà resa nota nelle prossime settimane. L’ex centrocampista di Liverpool Real Madrid e Bayern Monaco, oggi allenatore della Real Sociedad B, aveva rifiutato qualsiasi accordo con il procuratore e l’agenzia fiscale, come altri atleti, in particolare i calciatori, hanno fatto in casi simili di presunta frode. La procura di Madrid lo ha accusato di aver utilizzato una società, la Kardzali Comercio Serviços de Consultoria, con sede a Madeira, per diminuire artificialmente il suo gettito fiscale.
Il caso risale all’agosto 2009 quando Alonso passò al Real Madrid dal Liverpool, dove utilizzava la società Kardzali per sfruttare i suoi diritti di immagine attraverso la pubblicità. Secondo l’accusa Alonso avrebbe solo “simulato” di avvalersi di questa società con sede sull’isola portoghese nota per i suoi benefici fiscali, per poi in realtà nascondere i propri guadagni al fisco.
Ma la sentenza è storica anche per il tenore delle motivazioni con le quali il tribunale ha rigettato le accuse. Il Giudice descrive le azioni della Procura addirittura come “irregolari”. Fonti giuridiche di El Pais sostengono che, sebbene la decisione possa essere impugnata presso la Corte superiore di giustizia di Madrid (TSJM), la durezza degli argomenti lascia pochi margini per un eventuale ricorso della procura.
I magistrati hanno scagionato anche il consulente fiscale Iván Zaldúa, e l’amministratore della società attraverso la quale Alonso gestiva i suoi diritti di immagine, Ignasi Maestre.
Secondo El Pais, questa sentenza “insolita” apre la strada ad altri atleti e ai rispettivi consulenti. Secondo il quotidiano spagnolo Alonso ha vinto il suo duello col Tesoro per tre motivi. Il primo e il più importante è che Alonso è rimasto fermo nella sua intenzione andare a processo per dimostrare la sua innocenza, cosa che altri non hanno mai fatto. Poi è riuscito a dimostrare “non solo che Kardzali era il cessionario dei diritti di immagine, ma ha anche avuto un intervento attivo nello sfruttamento di questi diritti. Non solo ha emesso e riscosso le fatture, ma ha anche registrato un aumento significativo del suo fatturato”. Insomma ha dimostrato che la “simulazione” imputata non era affatto una simulazione. E infine: secondo gli esperti ormai lo stesso sistema giudiziario è stanco dell’aggressività del Ministero del Tesoro, che punta dritto al procedimento penale senza valutare altri scenari.
Ora Alonso ha ancora un altro caso pendente per l’imposta sul reddito delle persone fisiche del 2013. Ma sembra avviato a vincere anche questa partita.