Non ha convinto nemmeno nelle partite migliori del Napoli di quest’anno, ma la sua latitanza, quando le cose non vanno per il meglio, si è fatta insostenibile.
Sto parlando del capitano, del nostro Marechiaro.
Da un anno a questa parte elogiarlo è diventato impossibile e allora non se ne parla più tanto. Preferiamo far finta di niente. Scaramanticamente non parliamo del problema sperando che sparisca da solo.
Lo stadio lo applaude sempre e comunque, sui giornali i voti in pagella scendono, ma il coraggio di metterlo in discussione seriamente ci manca.
Gli vogliamo troppo bene a Marek.
Nella conferenza stampa del dopo partita di Napoli Cagliari, di fronte a qualche domanda un po’ più incalzante, Benitez ha risposto di essere contento del lavoro di Hamsik e del suo rendimento, “forse”, ha aggiunto “ci sarebbe bisogno di uno, due gol per dargli un po’ di fiducia”.
Bene ha fatto l’allenatore a difenderlo, ma l’impressione (si tratta solo di un’impressione, eh) è che stavolta fosse un po’ meno convinto del solito.
Mentre mi sorprendo a pensare che chissà che contestazioni avrebbe dovuto sopportare De Laurentis nel caso in cui lo avesse venduto, mi chiedo fino a che punto si può considerare Marek un punto fermo di questo Napoli.
Non sto presagendo un futuro da panchinaro per lo slovacco, ma forse, visto lo stato di forma e la spensieratezza di De Guzman, quando tornerà Mertens non mi stupirei di non vederlo più tra gli 11 iniziali.
Chissà, magari entrare a partita iniziata gli può essere d’aiuto per ritrovarsi.
Se ripenso all’Hamsik del dopo infortunio mi viene in mente un solo momento davvero felice, quella progressione nella finale di Coppa Italia. Ed è davvero troppo poco. Con tutto il bene.
Fabio Avallone