Con più pareggi (6) che vittorie (5) la miglior serie di partite positive del Napoli (11) comincia a illanguidirsi. Meglio le nove consecutive del Genoa (6 vittorie, 3 pareggi). E, infatti, il Genoa s’è preso il terzo posto (Napoli a -2).
La squadra di Benitez non sa più vincere (da quattro partite) ed è costretta ad evitare il peggio con inseguimenti finali di buona volontà, ma di scarso contenuto tecnico. Senza la personalità della grande squadra e senza la grinta e l’intensità delle “provinciali”, il Napoli si ritrova ad essere una mezza squadra. S’è spenta la fiammata di inizio novembre, vittoria sulla Roma, tre gol allo Young Boys e vittoria a Firenze.
Il modulo (4-2-3-1) è in discussione per la mancanza di giocatori adatti. Il Napoli non avrà mai equilibrio se l’asse portante della formazione è composta da una coppia di mediani che non regge (Jorginho, Inler, David Lopez, Gargano nelle varie composizioni). E’ vero che i due esterni alti (Callejon, Mertens, Insigne) devono rientrare a sostegno, ma poi il sacrificio in copertura gli toglie molto nello spunto offensivo (sono pesi leggeri). E’ anche vero che Hamsik dovrebbe dare una mano in mezzo, ma il rendimento di Marek continua ad essere insoddisfacente. In mezzo si potrebbe giocare a tre, ma Benitez rifiuta questa soluzione che porterebbe ad esclusioni clamorose.
Dopo un anno e mezzo, Benitez non è riuscito a correggere e ottimizzare la fase difensiva (18 gol al passivo, settima difesa del campionato). Manca un portiere decisivo. Manca il rendimento pieno di Albiol. Mancano gli accorgimenti sui corner e sui calci piazzati. La squadra si sbilancia troppo e dà campo alle repliche degli avversari. Qui torna il discorso sul filtro dei due mediani.
L’attacco è il terzo del campionato, ma Callejon, il cannoniere migliore, è fermo da quattro turni, Higuain da due ed è giù di tono, Mertens non ha ancora segnato in campionato, mancano i gol di Hamsik (appena due) e l’infortunio di Insigne ha tolto fantasia e incisività.
Portato a giocare d’attacco, il Napoli ha perso il predominio sulle corsie esterne e non ha peso al centro del fronte offensivo. Non glielo dà neanche Zapata che ha più fisico di Higuain, ma è di tecnica non finissima. Anche attaccando, il Napoli non porta molti uomini nell’area avversaria. L’incisività offensiva è tutta affidata ai colpi di Callejon e di Higuain (quando ci sono). L’infortunio di Insigne pesa più del dovuto.
Il Napoli ha la migliore coppia-gol (15 reti: Callejon 8, Higuain 7) che ha segnato più della metà dell’intera squadra. Non sono così prolifiche le coppie-gol di Juventus (12 reti fra Llorente e Tevez), Roma (11 centri fra Ljajic e Destro), Genoa (9 gol fra Matri e Pinilla). Ma potrebbe essere un limite perché se non segnano Higuain e Callejon, il gol latita. Nelle altre squadre sono numerosi i giocatori che vanno a segno: 12 nella Roma, 10 nel Genoa, 9 nella Juventus. Nel Napoli sono 8 ma con un apporto leggero di reti alle spalle di Callejon e Higuain.
Il Napoli sta perdendo il passo rispetto all’anno scorso (7 punti in meno). In casa ha dilapidato 9 punti ed ha il quinto rendimento interno fra le prime otto squadre, mentre il rendimento esterno è il terzo. Cioè gli azzurri fanno fatica a costruire gioco quando gli tocca “fare” la partita e questo capita soprattutto nelle gare al San Paolo.
Ci sono poi le infelici condizioni di forma di alcuni protagonisti. Oggi De Guzman è da preferire ad Hamsik. Non ci sono alternative incisive per altri giocatori in ombra. In difficoltà contro l’agile gioco dell’Empoli, forse serviva subito Gargano (per Hamsik) per rinforzare il filtro di centrocampo e poi De Guzman come è stato fatto. L’Empoli non è stato una sorpresa. Si sapeva come gioca e avergli consegnato il centrocampo è stato un errore.
Tutto sommato, è un campionato confuso con alti e bassi per tutti, classifica ancora mobile, tutto è in gioco, tranne il vertice che sorride alla Juventus, un po’ meno alla Roma che si mostra provata alla distanza. Per il Napoli si fa dura la lotta per il terzo posto. Almeno sei squadre sono in gioco e il Genoa appare ora l’avversario più temibile. Alle spalle del duo di testa, ci sono formazioni che vivono un grande momento di entusiasmo. Terranno alla lunga?
Si aspettano novità dal mercato di gennaio. Per Gabbiadini sembra fatta. Obiettivi interessanti Darmian, Perisic e lo svizzero Widmer dell’Udinese, giocatori di fascia, abili nelle due fasi, passiva e di attacco. Ma un uomo-squadra, un leader in mezzo al campo? Difficile trovarlo a gennaio.
Cerchiamo di rallegrarci giovedì sera in Europa League contro lo Slovan Bratislava, squadra-cuscinetto del girone.
Mimmo Carratelli