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Napoli-Juventus, le pagelle: la manona di Rafael, l’Higuain ritrovato. Mai più telecronaca Rai

Napoli-Juventus, le pagelle: la manona di Rafael, l’Higuain ritrovato. Mai più telecronaca Rai

Napoli-Juventus 8-7, supercoppa italiana, le pagelle di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia

RAFAEL 8 – È decisivo sull’ultimo rigore parato. Dal dischetto i migliori non sbagliano, Tevez prende il palo, i mediocri (Chiellini, Pereyra, Padoin) falliscono. Para i tiri di Chiellini e Padoin, vede andar fuori il tiro di Pereyra. Nella soluzione ai rigori, sfodera sicurezza e spavalderia. Danza sulla linea per confondere i rigoristi e diventa un punto di forza nel finale dal dischetto. In partita era stato sveglio sulle conclusioni più pericolose (Tevez, Lichtsteiner) e una volta risolutivo intervenendo di piede in mischia. Forse si arrende al secondo gol di Tevez.

Rafael contro Buffon, l’impossibile che può avverarsi. È stato il mio primo pensiero quando è stato chiaro che si andava ai rigori. “Noi non abbiamo un portiere”, dicevano in tanti. Invece sì, ce lo abbiamo, e vi ha schiattati in corpo e ha schiattato in corpo gli juventini. E a noi ci ha fatto godere come non capitava da anni. E io quella mano che para non me la scordo più – 10

MAGGIO 6,5 – Sulla sua fascia deve resistere spesso alla fisicità di Pogba. Raramente molla Evra al quale lascia un paio di cross, poi travolge il francese spingendosi avanti. Ha grande libertà d’azione. Spinge senza forzare mai la giocata per fare salire la squadra. Sul palo di Hamsik è suo l’assist a Marekiaro.

Uno dei tifosi con cui ho guardato la partita non ha fatto altro che criticarlo, dal primo istante all’ultimo. Gli avrei scassato un piatto in testa. Al tifoso, non a Christian. Eccheccazz – 6,5

ALBIOL 6 – Llorente gira al largo e non trova mai spazio. Nei contrasti, il difensore ha la meglio. Un colpo di testa parato. Incredibile però la collisione con Koulibaly che dà via libera a Tevez sul primo gol juventino.

Non me ne importa di tutte le cazzate difensive che ha fatto finora. Continuavo a ripetermi: “È rigorista della Nazionale spagnola, è rigorista della Nazionale spagnola”. Dischetto, rigore segnato, serenità. Grazie – 6

KOULIBALY 6,5 – Si riprende dall’infortunio iniziale quando scontrandosi con Albiol danno entrambi via libera a Tevez sul primo gol dell’Apache, Napoli sotto dopo soli quattro minuti. Qualche difficoltà nella marcatura di Llorente però senza cedere mai. Più di una provvidenziale chiusura su Tevez. Nei supplementari, sull’uno a uno, salva sulla linea la conclusione di Vidal. Svirgola una conclusione nell’area juventina. In crescendo nel finale. Non è rapido su Tevez in occasione del raddoppio dell’argentino.

Quant’era bello sul dischetto, Kalidou. Terza gamba o no, era forte e nerissimo, come la paura che a un certo punto ha preso gli juventini convinti di vincere – 7

GHOULAM 7 – La Juve insiste sulla sua fascia con Lichtsteiner e Marchisio. Regge l’urto e col passare dei minuti prende il sopravvento sostenendo con continuità la manovra offensiva sul suo lato.

E di Faouzi che tira il rigorone e del mio vicino di posto che smadonna dicendo che Ghoulam non serve, ne vogliamo parlare? No. – 7

GARGANO 7,5 – Si batte contro tutti, accorre rapido per raddoppiare le marcature, su Llorente soprattutto, non si fa intimidire da Pogba, recupera molti palloni, li porta avanti, vince il duello con Marchisio. E allo spirare dei tempi supplementari sgancia il cross per il 2-2 di Higuain.

La rivincita di Gargano e dei vituperati, e di tutti quelli delle seconde linee, di quelli che nonostante tutto ci mettono l’anima, dei dimenticati da Dio e dagli uomini, sempre sbeffeggiati, che trovano, in una notte meravigliosa, la gloria – 8

DAVID LOPEZ 6,5 – Gran lavoro non solo di contenimento. Quando si spinge avanti, sa come gestire la palla. Errore clamoroso all’inizio quando si avventura in un colpo di testa all’indietro che dà via libera a Tevez per il vantaggio fulmineo della Juve. Un tiro a giro mancando il bersaglio. Esce dopo i tempi regolamentari.

Gli avrei fatto fare capa e pallone facendogli ripetere “sono un idiota sono un idiota” perché era da prendere a paccheri sul colpo di testa all’indietro. Ma loro non meritavano di vincere e non hanno vinto, nonostante quella straordinaria cazzata – 6 

INLER 5,5 – Entra per David Lopez al 91’ e dovrebbe assicurare più qualità alla manovra. Deciso nei contrasti, non apre mai il gioco come dovrebbe.

Farlo entrare era l’unica cosa da fare – 5,5

CALLEJON 5 – Si sobbarca a un gran lavoro difensivo, spesso in prima battuta su Pogba. In attacco è ancora un fantasma. Non segna da due mesi. Dalla posizione che predilige batte oltre il secondo palo il diagonale che è la sua arma, divorandosi un gol facile. Sbaglia anche in rifinitura spegnendo un paio di contropiedi azzurri. Per poco non beffa Buffon sull’errore di Bonucci, il portiere è più lesto a rimediare. Ammonito al 75’.

Mai più in Nazionale, ripeto, mai più in Nazionale – 5

HAMSIK 6,5 – Inizio veemente, sembra di rivedere il miglior Hamsik. Due conclusioni fuori e poi il palo con leggera deviazione di Chiellini. Gioca più da attaccante. Allunga ad Higuain la palla con cui il Pipita coglie il palo con un pallonetto. Meno lavoro a centrocampo. Gravita in attacco, prende palla e la dà con rapidità. Si propone per la conclusione. Cala alla distanza. Esce a dieci minuti dalla fine dei regolamentari.

Vederlo alzare la coppa mi ha commossa – 6,5

MERTENS 4,5 – Entra per Hamsik (79’), ma non entra mai in partita. La panchina gli fa male. Sostituisce Marek senza convinzione. Si segnala per il fallo su Padoin quando si becca il “giallo”. Un giocatore tutto da recuperare.

Hai trovato tu le parole giuste: mi dispiace per Benitez, ma deve ricominciare tutto daccapo – 4,5

DE GUZMAN 7 – Preferito a Mertens, svolge un gran lavoro a prendere palla e far salire la squadra. Copre a centrocampo e va via sulla fascia sinistra resistendo nei contrasti con i bianconeri. Difficilmente si fa togliere il pallone. Da una sua gran fuga e cross nasce il primo gol di Higuain. Esce alla fine del primo tempo supplementare.

Quella cavalcata con cross annesso e zampata del Pipita è quanto di più bello da ricordare in una notte tutta azzurra. Una partita splendida – 8

JORGINHO 5,5 – Entra per De Guzman al 106’, appena in tempo e la Juventus raddoppia. Si fa vedere poco.

E, stranamente, non ride. Evviva – 5,5

HIGUAIN 8 – Bentornato, Pipita. A digiuno di gol da un mese, si riscatta con una doppietta, un colpo di testa sulla prima rete, una zampata sulla seconda, stretto fra due bianconeri. Mobile, caricato, battagliero. Due gol e sette conclusioni impegnando due volte Buffon (42’ e 110’). Un pallonetto straordinario da posizione defilata: palo!

Il gesto del culo tanto agli juventini è stato strepitoso. Metteteci le parolacce liberatorie che più vi piacciono, ne ho pensate di straordinarie – 10

BENITEZ 7 – Con l’errore clamoroso a inizio partita, la squadra lo tradisce subito. Ma ha ben preparato il match e gli azzurri risalgono la china. Piazza due lottatori a centrocampo (Gargano e David Lopez) preferendoli a Jorginho e Inler e il Napoli conquista una certa superiorità in mezzo al campo anche perché la Juventus pressa poco. Rinuncia a Mertens e schiera De Guzman, mossa doppiamente utile per le precarie condizioni di forma del belga e per il gran lavoro di ricucitura dell’olandese che conquista palla e la porta avanti. Con De Guzman che copre e attacca, consente ad Hamsik di giocare più vicino alla porta in tandem con Higuain, quasi un 4-4-2. E Hamsik per un’ora buona è gran protagonista. La squadra spinge molto con Maggio e Ghoulam ed è un altro vantaggio azzurro. Rafael e Higuain sono gli eroi della serata in Qatar. Le sostituzioni non hanno alcun effetto (79’ Mertens per Hamsik, 91’ Inler per David Lopez, 106’ Jorginho per De Guzman): aveva lasciato fuori i meno in forma. Vince la seconda coppa col Napoli e la decima in carriera. I pronostici erano tutti per la Juventus. Il suo Napoli ha avuto uno scatto di orgoglio. Ma ha anche mandato in campo una squadra convinta di potere giocare una buona partita. Troppi protagonisti però non danno ancora il rendimento massimo come in passato, Mertens più di Callejon. Arriva Gabbiadini e si vedrà se cambierà qualcosa.

Credo che non potesse esistere partita più perfetta, anche se abbiamo rischiato l’infarto, anzi, soprattutto per questo, e anche se è finita ai rigori. No, non mi sarebbe piaciuto vincere nei tempi regolamentari, e vi spiego perché. La Juve segna per un nostro clamoroso errore, ma noi non molliamo, anzi, giochiamo un primo tempo al loro livello, e nel secondo siamo nettamente superiori, meritiamo la coppa. L’arbitro a loro non fischia niente, non tira fuori un cartellino neppure a pagarlo, a noi, ovviamente, sì. Le telecamere Rai inquadrano gli spalti e ci sono improponibili arabi vestiti con i colori della Juve: li hanno pagati, mi è chiaro, per metterlo a quel servizio a noi. Nessun tifoso del Napoli. Lo stadio è talmente silenzioso che sembra finto, sembra un film dell’orrore, dal finale già scritto: arbitro ingiusto, stadio fasullo, partita vinta immeritatamente da loro, e noi che ne usciamo con le ossa distrutte e gli occhi pieni di lacrime e non troviamo di meglio che farci la guerra. Ma noi siamo là e sappiamo che meritiamo di vincere, per il passato e per quello che stiamo dando in campo, e ci diciamo che possiamo farcela, che dobbiamo farcela. Li rincorriamo di continuo come una bestia ferita che rincorre chi le ha fatto del male. Stiamo là, e pareggiamo. La telecronaca Rai fa schifo, è uno spudorato tifo per la Juve: pare debbano sempre imbastire i bianconeri; loro segnano il rigore e il giocatore di turno “sberleffa Rafael”, mentre sui nostri rigori manco una parola, come se non li tirassimo nemmeno. Rafael contro Buffon. Sembra una parolaccia e invece diventa una poesia. Ho visto i rigori con mio figlio addosso, abbracciandolo strettissimo. È stato il primo che ho baciato. Avrei voluto spiegargli che la partita di ieri è stata una prova dell’esistenza di una entità superiore e giusta, avrei voluto dirgli cosa significasse quella partita, cosa significasse vedere i giocatori della Juve a terra, disperarsi dopo essere stati convinti di vincere fin dall’inizio, rubando, facendo falli, fingendo di aver subìto chissà quali danni inesistenti (Lichtsteiner sei un bluff!). Avrei voluto dirgli di guardare le facce di Marotta e Agnelli, di guardare la sconfitta in quei volti, bellissima, di imprimersela nella memoria. Avrei voluto spiegargli tutta la rabbia esplosa alla vittoria. Invece gli ho detto solo di guardare De Laurentiis, e Higuain, e Benitez, e il mio Rafa, bello come il sole, con la sua decima coppa tra le mani, la nostra. Io una partita migliore non avrei potuto averla. Una partita che ha dimostrato l’esistenza del giusto e del sacro, l’ultima partita prima di Natale. Un pensiero mistico privo di perdono e tanto tanto pieno di riscossa e felicità. Adesso però lasciatemi stare, devo rivedere tutte le azioni, tutti i rigori, tutte le facce di ieri sera. Comprese quelle dei tifosi del Napoli, che alla fine sono stati inquadrati: il bambino in lacrime, perché era ingiusto vincessero loro, e la ragazza con la macchinetta sui denti, bella come il sole nella sua felicità. Lasciatemi stare, perché voglio ancora godere. E devo prepararmi per l’aperitivo Napolista. Abbiamo osato, rischiato, abbiamo dato tutto, abbiamo vinto. Ora è il momento di festeggiare, ancora. E Forza Napoli. Sempre – 10
Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia

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