Verona-Napoli 2-0, le pagelle di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia
ANDUJAR 6 – Comincia salvando su Gomez. Mezzo pasticcio con Mesto sul primo gol di Toni. Infilato senza colpe dal centravanti veronese sul raddoppio. La difesa balla. Se la cava come può, uscendo venti metri dall’area per sventare un contropiede solitario di Lazaros.
Direi che possiamo stenderci su un velo pietoso. Anzi, una rete da calcio (pietosa) – 3
MESTO 4 – Maggio resta in panchina e per lui è una partita terribile contro Juanito Gomez che lo gioca ripetutamente in dribbling e in velocità. Esce dopo più di un’ora per dare spazio a Higuain.
Vi rendete conto, vero, che abbiamo invocato Mesto in sostituzione di Maggio per gran parte del campionato? Al posto di Maggio del quale abbiamo sempre detto che non sa fare un cross? Ecco: abbiamo avuto Mesto. Il peggiore in campo, per me – 2
HIGUAIN 6 – Entra per Mesto (67’) col Napoli che deve rimontare due gol. Gioca alle spalle di Zapata. Cerca di sollecitare e sveltire la manovra d’attacco. Ma è rimasto troppo tempo a guardare dalla panchina giocando gli ultimi ventotto minuti col match compromesso. Una sola volta alla conclusione, ma gira male e Benussi para.
Non salvo neanche lui. Perché uno che sta a guardare dalla panchina tutto quel tempo e che sente quei cori e vede quella cattiveria in campo, entra con il sangue agli occhi e dà tutto se stesso – 3
ALBIOL 4,5 – Su Toni nei momenti decisivi (i due gol) non c’è. Per il resto lotta, concede poco, avanza nel secondo tempo per sostenere l’attacco. Ammonito per un fallo su Obbadi. Era diffidato, salterà la partita con l’Atalanta domenica al San Paolo.
Toni. Ho detto Toni, Albiol, Toni. Un gigante rammollito e piangente, un criaturo che appena lo tocchi si butta a terra mentre non esita a fare falli come se piovesse. Caz, Albiol, ho detto Toni. Lo dovevi stracciare, tu che sei un nazionale spagnolo – 3
BRITOS 5 – Salva in corner dopo un intervento di Andujar, ma è “morbido” nel controllo di Toni sul primo gol del centravanti. Quando si propone è lento e incerto.
Non mi interessa. Per il solo fatto di aver dato addosso a quel criaturo di Toni merita il voto – 6
GHOULAM 4,5 – Contro Jankovic che arretra ha la libertà di avanzare sovrapponendosi a Mertens. Ma quando il serbo attacca sulla sua corsia va in difficoltà. Lenti i disimpegni e inutili i cross: sul gioco alto la difesa del Verona ha sempre la meglio. Batte una punizione, facile per Benussi. Anticipato da Toni sul secondo gol. Ammonito, era diffidato: sarà squalificato per la prossima contro l’Atalanta a Napoli.
Dio (super)santos – 3
DAVID LOPEZ 4 – Travolto da Hallfredsson. La forza fisica dell’islandese è impressionante. Superato nell’azione del primo gol veronese dal vigoroso centrocampista gialloblu. Perde palla nella metà campo del Verona e dà via libera ad Hallfredsson, sempre lui!, che va in fuga e serve a Toni il cross del raddoppio. In ginocchio sulle due reti veronesi. Un solo sprazzo: il lancio per Mertens che di testa colpisce l’esterno della rete.
Lo metterei io in ginocchio. Per fustigarlo – 3
INLER 5,5 – In tono minore dopo le ultime prestazioni positive, ma è solo contro i centrocampisti veronesi, preso in mezzo dagli inserimenti di Obbadi e dalle incursioni di Hallfredsson che sfugge a David Lopez. Si batte con tenacia, cerca i contrasti, recupera palla, ma non è lucido negli appoggi offensivi. Trova in Tachtsidis un avversario duro. Cerca tre volte la conclusione dalla distanza, ma una sola volta costringe Benussi a una parata-salvataggio. Resiste sino alla fine, ma il Verona fa muro e non trova mai l’imbucata per i compagni rallentando l’azione.
Non ha assolutamente un briciolo di visione di gioco. Poi parliamo della difesa? – 3
DE GUZMAN 4,5 – Callejon resta in panchina e l’olandese fa l’esterno destro, mentre, col Verona che si fionda al centro, ci sarebbe bisogno della sua presenza nel cuore del gioco. Non supera mai Pisano. Prestazione debole. Esce dopo un’ora.
Del tutto inutile – 3
CALLEJON 5 – Entra per De Guzman (60’) riprendendo il suo posto. Arretra a sostenere il centrocampo con un Napoli che prende a giocare con quattro attaccanti. Due spunti interessanti. Deviata in corner da Pisano una sua conclusione. Stroncato da Lazaros mentre cerca di penetrare in area a destra.
Ecco, lui è entrato in campo dalla panchina con un briciolo di voglia in più – 3,5
HAMSIK 5 – Partita in punta di piedi. Dà via libera a Obbadi, contrasta poco, flebile il filtro difensivo. A tratti cerca di vivacizzare l’attacco. Gira, rigira con la palla, passaggi indietro, duelli perduti. Una volta penetra in area, saltando due avversari, il terzo lo ferma. Non incide come dovrebbe. Lunghe pause mentre la partita è ardente. Esce nel finale.
Basta. – 3
GABBIADINI 6 – Entra per Hamsik (82’). Nella disfatta azzurra cerca di incidere con iniziative individuali. Si fa valere e colpisce il palo con un gran tiro da fermo (87’). La partita era già morta per il Napoli. Altre due conclusioni, una lenta (parata), un’altra fuori bersaglio.
Non serve a nulla quello che fa, però che bel tiro che ha – 6
MERTENS 6 – Tarda ad entrare in partita mentre il Verona conduce la sua danza furiosa. Marcato da Sala, che spesso l’anticipa, e raddoppiato da Jankovic. Cerca di saltarli, ma spesso deve arrendersi. Però si batte con grande determinazione. Arretra e avanza per il cross, ma nell’area veronese i palloni alti sono tutti dei difensori. Cerca lo sprint improvviso. Gran fiondata di testa sull’esterno della rete (39’). Non si arrende, ma il Verona non gli dà mai spazio.
L’unico che abbia fatto qualcosa. L’unico. E i compagni non l’hanno quasi mai visto – 6
ZAPATA 5 – Il fisico non basta e, per giunta, Moras (1,93) gli concede poco. Sovrasta il difensore una sola volta e di testa impegna Benussi in una parata difficile. Non ha fortuna nell’area piccola quando Rodriguez gli rimpalla in corner un pallone diretto a rete. Una girata lenta, parata. Fa quel che può, ma non riesce mai a superare i difensori. Arretra, cerca lo spunto, è sempre chiuso.
Moscio. E ho detto tutto. – 4
BENITEZ 4 – La trasferta di Verona valeva la difesa del terzo posto tenendo sotto mira il secondo della Roma. Partita importantissima da vincere. Invece rinuncia in partenza a Higuain e trattiene in panchina anche Callejon e Gabbiadini. Lo tradisce il pensiero all’Europa League (giovedì a Mosca il ritorno con la Dinamo). Ma il match da agguantare era questo del Bentegodi perché a Mosca ci sarebbe stato il 3-1 dell’andata a dare un buon vantaggio. Rinuncia anche a Maggio (in panchina) e Mesto fallisce contro Juanito Gomez. Anche a centrocampo il ritorno di David Lopez è un fallimento. Brilla Mertens dopo un quarto d’ora d’attesa, ma Hamsik è in partita a sprazzi e De Guzman è evanescente. Con Zapata aveva ottenuto quattro vittorie e tre pareggi. Non va sempre bene. Il Verona andava affrontato in partenza con Higuain. Tarda anche i cambi col Napoli sotto di due gol. Callejon per De Guzman (60’) con pochi effetti sulla fascia. Higuain per Mesto (67’), la solita rinuncia a un difensore per un attaccante però con la partita già segnata dal doppio vantaggio veronese. Gabbiadini per Hamsik (82’) e Manolo colpisce il palo. Ma se Gabbiadini era “arruolabile” perché cominciare con De Guzman esterno? Higuain e Gabbiadini dall’inizio avrebbero forse assicurato un’altra partita. Li ha risparmiati per Mosca? Rotazione sbagliata sperando che in Russia non ci siano sorprese.
Ma scusa Mimmo, che squadra è una squadra in cui se Higuain non gioca il cervello degli altri va in pappa? E poi che ne sappiamo che Gabbiadini era arruolabile per più dei 13 minuti che ha giocato? Giovedì abbiamo speso moltissimo, andava fatto un turnover, credo che su questo non ci siano dubbi. Sono d’accordo con il mio amico Andrea Camorrino: qua non stiamo giocando alla playstation. Se uno si fa male si rompe e poi addio alle tre competizioni per cui siamo ancora in gara. Che si fa? Questa è la panchina che abbiamo, con gli infortuni e la stanchezza che viene a giocare una partita ogni 4 giorni (consiglio di leggere l’ottimo Andrea Iovene, oggi). Qua stiamo rimpiangendo Gargano e Maggio, quelli che fino a ieri “levatevi di torno”. Ma ci rendiamo conto? Io credo che dovessero dare il massimo quelli che ieri erano in campo, quelli che invece non hanno dato neanche il minimo. E stiamo parlando di difensori nazionali, di centrocampisti portati in palmo di mano, di attaccanti che non si vendono certo un tanto al chilo. Benitez è colpevole? Non quanto chi ha giocato ieri, secondo me. Ora, senza menzionare, se non di passaggio, tutti quelli che, oggi, “sono rafaelita ma”, senza citare, se non en passant, tutti quelli che, oggi, “se perdiamo la Champions Higuain se ne va (e voi sareste quelli che “i giocatori dovrebbero avere l’attaccamento alla maglia”? Se se). Tralasciando tutto il resto, insomma: se fossimo solo un minimo civili e degni, maturi e forti, davvero un popolo eletto come pretendiamo di essere, non dovremmo forse stringerci a cerchio attorno al mister, al di là del risultato, solo per essere stato chiamato “ciccione” da quei caproni sugli spalti, a Verona? È o non è, quello intonato, un coro di discriminazione grave quanto quello territoriale? La discriminazione contro i ciccioni ha portato o no un ragazzino in fin di vita mentre noi ci scagliavamo tutti contro chi imbracciava un fetente di compressore? Allora partiamo dalle piccole cose, da quello che possiamo fare. Dimostriamoci un tantino napoletani, se ci teniamo tanto a proclamarci razza superiore. Dimostriamo di essere davvero attenti al contorno di questo schifo di calcio. Sarebbe, al di là del calcio, una grossa prova di civiltà. Poi, per carità, perdere a Verona fa male, malissimo, ci stanno tutti gli interrogativi del caso, anche quello sulla bontà di un cambio modulo con un centrocampo così. Ma santo Dio, guardiamo oltre, per una volta. Almeno proviamoci – 5
Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia