Sul CorMez l’appello per un’opera mai aperta al pubblico. «La cappella dove è sepolto è l’unico luogo di pellegrinaggio per chi vuole andare a trovarlo. Mia madre Liliana aspetta il museo da più di 20 anni»
Sul Corriere del Mezzogiorno l’appello della nipote di Totò per la realizzazione del Museo dedicato al principe della risata. Un monumento alla memoria dell’artista previsto all’interno del Palazzo dello Spagnuolo mai aperto al pubblico tra ritardi burocratici e polemiche. In cinque anni sono state solo realizzate alcune installazioni e sculture grazie a privati e fondazioni. Per il resto, non è cambiato nulla.
Ne parla Elena Anticoli de Curtis, la nipote di Totò.
«Io dalla politica non mi aspetto niente. Certo se si riuscisse a realizzare il museo in sua memoria sarebbe una cosa bellissima e soprattutto una promessa mantenuta a mia madre, Liliana, che ora si è fatta molto anziana e aspetta il museo da più di 20 anni. Ma le ripeto, non mi faccio illusioni. Totò resta nel cuore e nella mente di chi lo ha amato e lo ama. E poi se vogliamo dirla tutta, alla fine, l’unico posto che lui ha eletto a sua dimora è il posto dove è sepolto. Fu lui a scegliere quella cappella, come doveva essere costruita, e quello resta l’unico vero luogo di pellegrinaggio per tutti quelli che lo vogliono andare a trovare».
La speranza, per il Museo, può essere solo un filantropo.
«Naturalmente ci farebbe piacere se il museo fosse aperto a Napoli, ma non è detto. Se domani venisse un filantropo e ci aiutasse a realizzarlo noi saremmo felicissimi di farlo. Ma, al di là di questo, la figura di mio nonno resta nei cuori e nelle menti di tanti, soprattutto di tanti giovani. C’è l’esempio del vicolo dedicato a Totò ai Quartieri spagnoli che è interamente autofinanziato. A quei ragazzi dico grazie, perché in questo modo è come se facessero rivivere la sua figura ogni giorno».