Sul CorSport. Cosa ha spinto Dal Pino e De Siervo a cambiare idea sulle porte chiuse? Grottesca la spiegazione che è stato fatto per salvare l’immagine dell’Italia
Sul Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni ripercorre la giornata più che movimentata di ieri. E commenta la questione Juventus-Inter. Il derby d’Italia è diventato un vero e proprio affare di stato, nel weekend.
“Intorno alla partitissima, la madre di tutti i rinvii, stiamo assistendo alla sagra dell’interesse di bottega che la formuletta «l’abbiamo fatto per proteggere il prodotto in un’ottica commerciale e internazionale e per evitare di peggiorare l’immagine del Paese all’estero» rende semplicemente ridicola. Ridicola come la figura che sta rimediando il calcio italiano – tanto grottesche quanto inaccettabili le spiegazioni”.
Zazzaroni si chiede cosa abbia spinto De Siervo e Dal Pino a cambiare idea sulle porte chiuse. E a procedere al rinvio.
“Premesso che lo spostamento di ventiquattr’ore non avrebbe soddisfatto l’urgenza di tutelare la salute dei tifosi, dal momento che il Paese è in piena emergenza, mi chiedo cosa o chi abbia indotto Dal Pino e De Siervo a tornare all’ultimo momento su una decisione già presa. E condivisa da tutti in un weekend in cui, per inciso, la B ha completato l’intero programma e la C si è rimessa a giocare. Dubito che i virologi del Sacco o dello Spallanzani abbiano garantito a Balata e Ghirelli che in B e in C il virus non avrebbe attecchito”.
Non regge, scrive, neppure la questione che se si fosse disputata la gara a porte chiuse nel mondo si sarebbe avuta un’idea dell’Italia come di un lazzaretto.
“Anche il discorso sulla protezione del prodotto a livello internazionale non regge. L’emergenza è mondiale e all’estero sanno bene che l’Italia sta vivendo una particolare condizione di difficoltà”.
Non solo. Sono stati gettati 200mila euro in meno di 24 ore.
“Per quanto riguarda il broadcaster – poi – che grazie al rinvio ha buttato nel cesso 200mila euro di costi vivi in meno di 24 ore, riducendo o cancellando peraltro alcune trasmissioni (penso al Club di Caressa, ad esempio, chiuso da 15 giorni), sono certo che l’assenza del pubblico non avrebbe ridotto l’interesse, né l’audience”.
Ha fatto bene l’Inter a rifiutarsi di giocare lunedì, come denunciato ieri da Dal Pino.
“Il lunedì a porte semi-aperte (sarebbero stati esclusi i residenti di Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna) avrebbe garantito a una Juve non al massimo la “bolgia” (spinta) spesso invocata da Conte nelle stagioni torinesi e costretto i nerazzurri a riposare un giorno in meno in vista del ritorno di coppa Italia col Napoli”.