Barbano: “Nella sua idea i tifosi sono consumatori, ma nell’impresa calcio il merito ha un grande valore economico”
Sul Corriere dello Sport Alessandro Barbano commenta le parole di ieri di Agnelli, da Londra. Il presidente della Juve ha rilanciato l’idea della SuperLega parlando dell’Atalanta.
Nel quesito che ha posto, ovvero se sia giusto che il club bergamasco, senza una storia internazionale, acceda alle coppe europee solo grazie alle sue prestazioni, c’è la ragione per cui i tifosi diffidano della Super Champions.
“Perché, di grazia, a quale altra leva se non ai risultati sportivi dovrebbe farsi riferimento per selezionare la cosiddetta crema dei club?”
Agnelli spiega che il motivo è che bisogna proteggere gli investimenti e i costi.
“Il ragionamento non fa una grinza. Almeno nello schema del presidente juventino, dove i tifosi si chiamano consumatori, la loro passione è declinata in gusto volatile, e l’esposizione dei club merita una stabilizzazione finanziaria. Perché di finanza qui si tratta. Se poi i numeri dei funamboli di Gasperini oscurano le svogliate geometrie dei campionissimi di Sarri, non è certo per questo che si possano ribaltare i rapporti di forza tra chi arriva a quei risultati con 53 milioni di saggi acquisti e chi fa fatica a difenderli con 223 milioni di razzia sul mercato dei gioielli blasonati. Che, però, alla prova dei fatti valgono meno di quanto costano. E che pesano sul bilancio e sulle sorti del titolo in Borsa”.
Il punto della questione, spiega Barbano, sta in una domanda che Agnelli elude.
“In un’impresa come quella calcistica, esposta al rischio del campo, gli investimenti si difendono con una sana gestione, oppure piegando l’esito sportivo alla dimensione del loro volume?”
La Super Champions, scrive, è “un approdo naturale e doveroso”, ma affinché l’operazione riesca
“senza scatenare un rigetto del sistema, occorre che sia concepita come il club dei più bravi, non dei più ricchi, e che sia riferita ai valori di una comunità. Il principale valore del calcio si spiega con la chance offerta a Davide contro Golia. E, se volete, al Papu contro CR7. Nell’impresa del racconto biblico c’è il senso di quella possibilità di sovvertire i rapporti di forza con la virtù. In democrazia si chiama pari opportunità. Premia da sempre il merito dell’uomo. Per questo ha anche un grande valore finanziario. E non il contrario”.