La psicosi aspetta il calciatore-zero. È entrato in contatto col Getafe prossimo avversario dei nerazzurri. I calciatori per ora giocano, ma hanno paura
Il link è sottilissimo: Christian Poulsen (sì l’ex Juve, quello a cui Totti sputò), allenatore in seconda dell’Ajax, è in quarantena (preventiva) con altri due membri dello staff per il coronavirus, perché è venuto in contatto con Thomas Kahlenberg, risultato positivo al Covid-19; l’Ajax è reduce dall’eliminazione in Europa League per mano del Getafe; e il Getafe è il prossimo avversario dell’Inter agli ottavi di finale di Europa League.
L’intero giro della paura è platealmente una forzatura di connessioni. Però il livello di attenzione (e psicosi) è tale che la ricerca del calciatore/paziente zero ormai è il vero spauracchio del momento. Ieri i calciatori italiani, per bocca di Damiano Tommasi, hanno sciolto la riserva e hanno accettato di scendere in campo a porte chiuse, pur ribadendo la preoccupazione di una categoria incredibilmente messa a tacere nel processo decisionale sul prosieguo del campionato. Pensavano ad uno “sciopero”, ma è saltato. La paura resta. E quel filo quasi invisibile che lega la quarantena di Poulsen con l’Inter in campo domenica sera contro la Juventus e poi in coppa col Getafe è solo un piccolo esempio di quel che sarà.
Come ormai pare chiaro a tutti, al primo caso di calciatore positivo crollerebbe tutto il castello.
“È vero che a casa ci sono tre membri dello staff in forma preventiva – ha dichiarato il portavoce dell’Ajax Miel Brinkhuis al quotidiano olandese De Telegraaf-, ma se non manifesteranno sintomi torneranno a lavorare da venerdì prossimo”.