Riecco gli ucraini del Dnipro sulla strada del Napoli (semifinali di Europa League, giovedì 7 maggio al San Paolo, 14 maggio a Dnipropetrovsk), avversari degli azzurri due stagioni fa, nello stesso torneo europeo, ai tempi di Mazzarri e dei suoi pesanti turn-over, perché l’Europa gli interessava poco, puntando e ottenendo un secondo posto storico in campionato. L’altra semifinale è Siviglia-Fiorentina.
Sono gli ultimi scontri verso la finale di Varsavia (27 maggio) che per il Napoli capiterà nella conclusione calda del campionato fra la trasferta con la Juve, penultima giornata, e la partitissima con la Lazio, ultima giornata. Una difficoltà in più.
Mazzarri snobbò l’Europa League (stagione 2012-13) portando il Napoli all’inseguimento della Juventus, a pari punti prima dello scontro diretto perso a Torino, alla fine nove lunghezze dai bianconeri campioni d’Italia.
Il Dnipro (la squadra che ha regalato al Napoli il croato Ivan Strinic giunto a gennaio in scadenza di contratto) fu avversario nel girone di Europa League. Mazzarri risparmiò mezza squadra-titolare nei due confronti con gli ucraini, lasciando fuori De Sanctis, Campagnaro, Paolo Cannavaro, Maggio, Behrami, anche Cavani nel match di andata in trasferta. In Ucraina schierò (3-4-1-2) una difesa con Rosati, Fernandez, Gamberini, Aronica. All’attacco Edu Vargas e Lorenzo Insigne. Addirittura Zuniga dietro le punte. Il Dnipro vinse 3-1 (rigore di Cavani al 75’). Il ritorno al San Paolo fu un festival di gol (4-2) col poker di Cavani nella porta di Lastuvka, squadra azzurra ancora a corto di titolari. Il Napoli naufragò poi nei sedicesimi dell’Europa League contro i ceki del Viktoria Plzen (0-3 a Fuorigrotta, 0-2 fuori casa).
Benitez “re di coppe” non snobberà l’Europa League fiutando la possibilità di conquistare un trofeo internazionale ventisei anni dopo la Coppa Uefa della squadra di Maradona. E c’è Higuain (7 gol) in corsa per vincerne il titolo di capocannoniere, a una lunghezza da rivali eliminati dalla competizione, Alan del Salisburgo e Lukaku dell’Everton.
Il Dnipro è attualmente terzo nella Prem’er Liga ucraina dominata dalla Dinamo di Kiev appena estromessa dalla Fiorentina in Europa League. Dnipro a sette punti dalla vetta. Dai playoff ai quarti di Europa League, il Dnipro (battuto due volte dall’Inter: 0-1 in casa, 1-2 a San Siro) ha giocato 13 partite vincendone sei, pareggiandone tre, quattro volte sconfitto, 13 gol all’attivo, 10 al passivo. Non un gran ruolino. Impietoso il confronto europeo stagionale col Napoli: 12 partite, 8 vittorie, 3 pareggi una sola sconfitta, 25 reti all’attivo, 7 al passivo. L’avversario è alla portata degli azzurri e il primo confronto al San Paolo non dovrebbe costituire un handicap.
Il croato Nicola Kalinic ha trascinato il Dnipro in Europa con 4 gol determinanti (una doppietta). Due reti a testa per Shakhov, decisiva l’ultima per eliminare il Bruges, per il vecchio capitano Rotan (34 anni) e per Fedetskiy (che l’altra volta segnò due gol agli azzurri). Della squadra di due anni fa giocano ancora i difensori Mazuch e Mandzjuk, i centrocampisti Kankava e Konoplianka, gli attaccanti Seleznyov, Zozulja e Matheus brasiliano. La squadra si è rinforzata con due brasiliani, il difensore Douglas (1,93) e il centrocampista Matos. In porta, Denys Bojko (1,94).
Intanto, eliminato il Wolfsburg (6-3 il computo totale dei gol), seconda squadra della Bundesliga, il Napoli si stacca dall’Europa League per concentrarsi sul campionato avendo di mira il secondo posto di Roma e Lazio a cinque lunghezze. Fondamentale il match di domenica sera con la Sampdoria al San Paolo, a parte i rumors su Sinisa Mihajlovic che avrebbe già un accordo col Napoli se Benitez dovesse andar via.
Partita da vincere (Samp riposata, senza coppe, ma soli due punti nelle ultime tre partite) evitando di ripetere gli eterni improvvisi smarrimenti che sono costati molti punti in campionato e, giovedì sera, hanno regalato il pareggio al Wolfsburg.
Contro i tedeschi Benitez ha schierato la migliore formazione, pur col vantaggio del 4-1 in Germania, con le bocche da fuoco dell’attacco, il solo Gabbiadini rimasto in panchina, confermando quando ci tenga al trofeo europeo. Ma il campionato pretende ancora uno sforzo, una rincorsa, l’auspicato aggancio alla Roma in difficoltà e la sfida finale con la Lazio sulla strada della qualificazione Champions. Il problema sarà dosare le energie sul doppio fronte, italiano ed europeo. La squadra sembra in salute. Ci saranno però i primi caldi.
MIMMO CARRATELLI