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Cara Uefa, si continua a giocare anche dopo l’ufficializzazione della pandemia?

Il calcio ha dimostrato di essere guidato da un manipolo di irresponsabili dilettanti cui i governi nazionali incredibilmente si sono piegati (sì, i soldi, lo sappiamo)

Cara Uefa, si continua a giocare anche dopo l’ufficializzazione della pandemia?

Adesso c’è anche l’imprimatur dell’Oms. L’Organizzazione mondiale della sanità ha ufficializzato che il Covid-19 è pandemia. Che la situazione è allarmante. Che i morti aumenteranno, così come i Paesi coinvolti. Che è allarmata dal livello di inazione. Dei Paesi ma anche di organizzazioni come l’Uefa: un manipolo di irresponsabili dilettanti cui i governi nazionali incredibilmente conferiscono porzioni di sovranità nazionale.

Siamo di fronte a un’emergenza sanitaria mondiale che rischia di trasformarsi in una catastrofe planetaria. E stiamo ancora a discutere se giocare a porte aperte, chiuse, semiaperte. Purtroppo il mondo del calcio ha dato ancora una volta prova di essere guidato da personaggi non all’altezza. E non è diretto il collegamento col business. Si può essere uomini d’affari, si può essere imprenditori, perché il calcio è un’industria, e continuare ad avere sale in zucca.

Ceferin ha rimediato una figuraccia internazionale. Andrea Agnelli, presidente dell’Eca, si è distinto per la frase sull’Atalanta e per la battaglia contro le porte chiuse. Nessuno che si sia reso conto di quel che stava accadendo attorno a loro, con ospedali del Nord Italia che stanno scoppiando, con due provvedimenti consecutivi del governo, con la dichiarazione dell’Italia zona rossa per il coronavirus.

Il calcio ahinoi ha dato prova di essere un baraccone. Ha voluto ritagliare per sé il ruolo dell’orchestra del Titanic. Convinto che gli sponsor alla fine possano rimediare a tutto. Ci aspettiamo una tardiva presa di posizione e la sospensione di tutte le partite nazionali ed europee a brevissimo giro. Dopodiché, in un mondo serio i vertici dovrebbero dimettersi e nascondersi. Sappiamo che non sarà così. Per ora, però, fermiamo la giostra che stanno accadendo cose ben più gravi della rielezione di Ceferin e compagni, e dei loro dividendi.

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