Duro editoriale: «Perché ha potuto godere di vantaggi negati ai cittadini? È stato a contatto con un contagiato, non poteva uscire prima di 14 giorni»

Molto duro, giustamente, l’editoriale del vicedirettore del Corriere dello Sport Alessandro Barbano sulla fuga di Higuain che ha abbandonato la quarantena della Juventus ed è volato in Argentina nel cuore della notte. Barbano parla – ancora giustamente – di reato.
“Ma che brutta figura, Higuain e compagni, questa fuga nel cuore della notte, con un aereo privato e un tampone sanitario, negato a qualunque cittadino che non fosse un calciatore famoso. Perché chi è stato a contatto con un contagiato deve aspettare due settimane prima di poter uscire dall’isolamento. Che brutta figura, Juve, nei giorni in cui il governo avvisa gli italiani che chiunque abbandoni il domicilio senza gravi e comprovati motivi – e tra questi espressamente non può esserci il desiderio di andare a trovare i genitori – commette il reato di inosservanza ai divieti della pubblica autorità. E se questa violazione riguarda chi potrebbe trasmettere il contagio, si aggiunge il reato assai più grave di epidemia colposa”.
Barbano giustamente si chiede: a che titolo Higuain la certificazione di negatività al tampone? Quale valenza ha questo documento? E ancora:
perché un normale cittadino, che dall’isolamento voglia raggiungere i suoi cari, o piuttosto il suo ufficio, dovrà aspettare quattordici lunghi giorni senza che nessuna struttura pubblica gli praticherà mai il tampone, in assenza di chiari sintomi della malattia, e invece un calciatore può ottenerlo attraverso un canale preferenziale?
Chiede che le autorità competenti facciano chiarezza e infine scrive che
il calcio ha allevato una generazione di bamboccioni milionari, convinti di essere sciolti da qualunque vincolo di legge e di correttezza civile, prima ancora che sportiva.