Ha natura liturgica non informativa. Non apre a ragionamenti, previsioni o strategie. Borrelli e Brusaferro non rispondono alle domande. I giornalisti senza guanti né mascherine
Su Repubblica Marco Mensurati sull’inutilità della conferenza stampa della Protezione civile delle 18. Quella che è diventata un rito. Alla quale partecipano giornalisti che, se pur a distanza asettica, non indossano mascherine, né guanti e attingono bottiglie di acqua minerale dal distributore elettronico toccando liberamente la pulsantiera dove si potrebbe annidare il virus.
Un rito che va in scena ogni giorno all’ora dell’aperitivo e che spacca in due l’Italia
“da una parte quelli che cantano Azzurro in balcone, dall’altra quelli che sperano invano di sentirsi dire che le cose stanno cominciando a migliorare”.
E invece si tramuta tutto in una serie di numeri, quelli dell’Istituto Superiore della Sanità di Brusaferro, tra contagiati, guariti e morti.
“Da lì si dovrebbe partire per poi sviluppare il ragionamento, la previsione, la strategia. Ma quei numeri, giorno dopo giorno, sono sempre più instabili e approssimativi, e nella loro tragicità appaiono «ormai insensati»”.
Ieri sera lo ha riconosciuto lo stesso Brusaferro. E così quei numeri sono “svuotati di senso”.
La conferenza delle 18 ha “natura liturgica e non dunque informativa (tantomeno giornalistica)”, cosa che diventa evidente al momento delle domande della stampa.
“è impossibile ottenere da Borrelli e Brusaferro affermazioni o precisazioni che chiariscano la situazione, o che spostino di un millimetro il discorso, le risposte sono in realtà solo altre raccomandazioni e altri appelli, per cui l’effetto ottico finale è che la colpa dell’aggravarsi della crisi è da attribuire esclusivamente all’irresponsabilità degli italiani. Compiendo così una straordinaria inversione dei ruoli: di solito è il popolo a lamentarsi dei governanti“.
A Borrelli e Brusaferro viene chiesto se è possibile che i dati dimostrino che in realtà la strategia non sta funzionando se si tengono le persone chiuse in casa e poi le si manda al supermercato senza mascherine. Ma a quel punto, scrive Repubblica, Borrelli “si dilegua all’inglese”, e lascia solo “il povero Brusaferro”. Che alza le braccia e dice:
«La verità è che i dati si stanno scontrando contro la real life, per questo non ci avete mai sentito attribuire ai numeri alcun valore predittivo».
Finisce così. L’unica a sorridere è l’interprete che usa il linguaggio dei segni, l’unica che si senta utile.