Il CorSera intervista il direttore dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Nicola Magrini: «L’urgenza di trovare una cura ha annullato i personalismi. In Europa chiusure e egoismi sui farmaci».
Il Corriere della Sera intervista Nicola Magrini, direttore dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
«Entro un mese sapremo se uno dei farmaci candidati al trattamento della Covid funziona».
Uno di quelli utilizzati è il Tocilizumab, napoletano. Per la cui sperimentazione, dice, c’è stata un’adesione spettacolare. L’Aifa è stata inondata da richieste per utilizzarlo. L’Aifa coordina lo studio nazionale per valutare i suoi effetti.
«Ci ha sorpresi che i 330 pazienti indicati dal protocollo, siano stati reclutati in meno di 24 ore, un record, attraverso una piattaforma informatica gestita in modo indipendente dal professor Francesco Perrone presso l’istituto tumori di Napoli. Oltre 150 gli ospedali partecipanti. Non si era mai vista una risposta così rapida. L’urgenza di trovare una cura ha annullato i personalismi».
Entro un mese ci saranno le prime risposte.
«È uno studio finalizzato a provare l’efficacia. In 3-4 settimane ci sarà l’analisi dei dati e si potrà verificare l’impatto della terapia in termini di aumento della sopravvivenza. Se i risultati fossero molto incoraggianti potremmo avere risposte ancora prima. Ci aspettiamo indicazioni aggiuntive da un secondo studio osservazionale condotto parallelamente su circa 600 pazienti già trattati con Tocilizumab».
E della reazione dell’Europa alla pandemia.
«I singoli Paesi hanno reagito in modi e tempi differenti, forse troppo. Sui farmaci ci sono state a mio avviso chiusure e egoismi. Occorre una riflessione. I nostri contatti con l’agenzia europea sono costanti ma non basta».