Le pagelle di Napoli-Lazio 2-4, a cura di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia
ANDUJAR 4,5 – Poco reattivo sul primo gol, sfiora il pallone di Parolo che subisce anche una deviazione di Inler. Incerto nell’opporsi a Candreva sul raddoppio. Bruciato da Onazi sulla terza rete. Un solo intervento, quando ruba palla a Basta (89’).
Due gran bei gol della Lazio. Gli altri due non li ho visti, ero nella disperazione più totale. Vorrei che comprassimo un portiere fortissimo, uno di quelli che se la difesa sbaglia gli va vicino con la bandierina del corner e la minaccia di ficcargliela dove non batte il sole. Il fatto è che non riesco a togliermi dalla testa quella statistica sulla nostra difesa e sul nostro portiere. E non riesco a togliermi dalla testa l’immagine di Marchetti che esulta al rigore sbagliato da Higuain. Da stare male – 4
MAGGIO 6,5 – È l’azzurro che ha più corsa, voglia, determinazione. Costringe Felipe Anderson a ripiegare e a fare il terzino. Spesso raddoppiato da Lulic. Ma va avanti in bellezza. In difesa, recupera sempre. In attacco, è l’azzurro che spinge di più. E guadagna il rigore, con una tenace penetrazione nell’area laziale. Steso da Lulic. Ma Higuain manderà in fumo il sogno.
Una gran partita. Mi fa piacere abbia onorato l’ultima gara e mi fa piacere resti con noi anche l’anno prossimo – 7
ALBIOL 5,5 – Lascia spesso che sia Koulibaly a fronteggiare Djordjevic. Sicuro in più di una chiusura difensiva. Va avanti per lanciare le punte, non sempre i palloni arrivano a destinazione. Ma cerca di dare forte sostegno all’attacco. Nel finale non chiude sul gol di Onazi e salta a vuoto sulla rete di Klose, ma ormai la partita era segnata, tutta la squadra non c’era più.
Il fatto che all’ultima partita di campionato lasci che sia Koulibaly a fronteggiare l’attaccante laziale è l’emblema di ciò che è stato Albiol in tutta la stagione – 4
KOULIBALY 4,5 – Sportellate con Djordievic e ammonito al 18’. Si spinge in attacco, ma è una vera imprudenza quando Lulic gli intercetta il passaggio e lancia Candreva per il raddoppio laziale. Poi strappa ad Anderson il pallone e avvia l’azione del pareggio azzurro. Continua a farsi vedere avanti e con forza penetra nell’area di Marchetti a sinistra, salta un avversario dietro l’altro, poi sbaglia l’appoggio tentando una conclusione impossibile (72’). Si era sul 2-2. E c’era Gabbiadini all’altezza del dischetto ad aspettare l’assist del francese. A partita compromessa, non è presente negli ultimi due gol della Lazio.
Ma nei primi due gol sì, è presente. Mi piace quando oltre a difendere imbastisce l’azione. Mi piace quando lotta. Mi piacerebbe solo che sul 2-0 i nostri si dannassero per portare il risultato a casa, a qualunque costo, anche a costo di perdere qualche arto – 5,5
GHOULAM 4,5 – Spinge con meno decisione sulla sinistra e trova in Basta un ostacolo alto. Candreva non c’è mai sul suo lato perché si accentra. I cross non sono mai incisivi. Prende un secondo “giallo” e viene espulso (70’) facendo perdere al Napoli la superiorità numerica dopo il “rosso” a Parolo.
Una brutta partita. Ma quell’espulsione è stata ridicola – 4
DAVID LOPEZ 5 – Va subito al tiro da buona posizione, ma batte alto (22’). Gioca una discreta partita perché fa più movimento degli avversari, ma conclude poco e gli inserimenti in attacco non sono mai efficaci.
Almeno ci prova. Anche se i lanci lunghi li detesto. Le partite si vincono costruendo azioni, almeno si ricordano per quello – 5
INLER 4 – Per battersi, si batte. Mette la sua famosa maschera da leone. Intercetta, lotta, fa falli. Recupera palloni e altri ne perde. I lanci non sono mai calibrati. Parolo, che era il suo marcatore, va a segnare il primo gol della Lazio e ne devia anche il tiro. Finisce col giocare in confusione con continui interventi fallosi nella ripresa. Esce perché non c’è più in partita.
Mi hanno stancata i tiri fuori misura e pure i falli. Non servono – 4
GABBIADINI 5 – Entra per Inler (53’), ma si vede poco. La difesa laziale fa grande intensità, non gli concede spazio. Gravita sulla destra. Impegna una sola volta Marchetti, dalla distanza. Gran sinistro e respinta del portiere.
Se Gabbiadini avesse giocato un secondo tempo stupendo oggi rimpiangerei di più il fatto che non sia entrato prima. Ma non ci ha messo granché. Meglio così, in fondo – 5
CALLEJON 4,5 – Sbaglia clamorosamente a porta vuota, dopo avere evitato Marchetti (24’). Poteva essere il vantaggio del Napoli e mettere la partita in un altro verso. Sugli spunti offensivi è chiuso da Gentiletti. Retrocede per contrastare Lulic che entra in due dei quattro gol laziali. È suo il cross per il primo gol di Higuain. Un solo tiro, parato (58’). Fatica nei contrasti retrocedendo in soccorso a Maggio. Esce nel finale.
Un cross bellissimo al Pipita, ma quel gol mancato non si può dimenticare , è l’emblema del campionato. E gli emblemi non li ho mai sopportati – 4
ZAPATA s.v. – Entra all’88’ per Callejon. Partita sul 3-2 per la Lazio. Può fare poco e poco fa.
Al momento della sostituzione nel ristorante in cui vedevo la partita sono iniziati i “E c’amma fa’ cu’ Zapata?”. Avremmo dovuto segnare – s.v.
HAMSIK 6 – In difficoltà nel primo tempo sotto il controllo quasi a uomo di Cataldi. Perde più di un pallone, arriva tardi sulla palla. Si trasforma nella ripresa quando arretra a centrocampo per l’uscita di Inler (dentro Gabbiadini). E fa da ottimo suggeritore. È lui a iniziare l’azione del primo gol di Higuain. Cala nel finale a partita perduta. Forse subisce fallo da Lulic che avvia l’azione del terzo gol laziale.
Mi piace quando comincia le azioni. Un po’ meno quando si lascia prendere dal calo generale– 6
MERTENS 4,5 – Niente da fare contro Mauricio ed è sempre raddoppiato da Basta. Non gli riesce mai di vincere nell’uomo contro uomo. Cerca di accentrarsi per il tiro, ma la difesa laziale è super-protetta. De Vrij salva sulla linea una sua conclusione prima del raddoppio di Higuain al quale fornisce l’assist del pareggio azzurro. Esce nel finale.
Eh – 4,5
INSIGNE 5 – Neanche Lorenzo ha vita facile, ma entra (77’ per Mertens) e riesce ad essere più vivace del belga, più incisivo nei contrasti e nell’uno contro uno. Impegna Marchetti con un gran tiro. Può fare poco altro.
Mi dispiace, Lorenzo, mi dispiace tanto – 5
HIGUAIN 5 – Certo, con la “doppietta”, gran gol il secondo da centravanti vero, riporta il Napoli a galla, ma fallisce il suo quarto rigore: era il possibile vantaggio azzurro. L’errore finisce col cancellare le due reti. Si fa vedere in difesa quando libera l’area azzurra sui corner, meno in attacco pur siglando i due gol. Una volta se ne va alla grande dall’area azzurra, ma non ha compagni che lo seguono e la fuga si spegne.
Invece no, l’errore non cancella per niente i due gol. Se non fosse stato per quei due gol non ci avremmo creduto fino alla fine (quasi). Ha avuto coraggio nel tirare il rigore, il problema è che non li sa tirare e che è un ragazzino capriccioso e arrogante. Il limite è caratteriale – 5
BENITEZ s.v. – L’ultima partita sulla panchina azzurra, l’ultimo traguardo fallito. Fino alla fine non ha corretto gli errori di tenuta della squadra che ha regalato ancora il primo tempo agli avversari e si è svegliata tardi. Però tradito da Higuain che, dopo avere acciuffato il pareggio con una “doppietta”, falliva il rigore del possibile vantaggio. Inutile il cambio finale (Zapata per Callejon). È stato ancora un Napoli che è entrato in campo senza la grinta necessaria in una partita-chiave. Alla sua ultima partita, inutile dargli un voto. La delusione del suo secondo anno azzurro viene da lontano, dalle tante partite fallite, non da quest’ultima. Retrocedendo al quinto posto dopo il terzo dell’anno scorso conclude proprio male. L’ultimo voto a Rafa non significherebbe nulla. Alla sua stagione fallimentare il 4 è d’obbligo.
Mimmo ma che dici? Fallimentare? Siamo arrivati in Europa per la sesta volta di seguito, semifinale di EL, semifinale di Coppa Italia, vittoria della Supercoppa, ultima giornata di campionato in corsa per il terzo posto, e il tutto con una squadra che tutti dicevano non potesse fare nulla di buono perché il mercato estivo non era stato all’altezza. Non solo, ha salutato da signore, evitando di dire che andava a Madrid perché aveva accanto un presidente incapace di portare avanti un progetto di crescita internazionale, pur essendo il miglior presidente che, con questo ambiente e in queste circostanze, possiamo avere. Ha provato fino alla fine a consegnarci alla storia, e l’ha fatto, perché i risultati parlano chiaro. Voleva regalarci la possibilità di vedere la squadra ricostruita, di nuovo in gioco. Ci ha insegnato un gioco che ci ha divertiti nonostante i risultati. E tu lo definisci fallimentare? Non sono d’accordo neanche un po’. Ciao Rafa, grazie di tutto, è stato bellissimo. Adesso sono curiosa di vedere cosa succederà. Persino felice inizi il calciomercato, tra un po’. In fondo sono serena. In fondo è meglio sia andata così. Non avrei sopportato le aspettative di tifosi che già dopo il preliminare di agosto ci davano per spacciati. Meglio ridimensionarci subito e ricominciare. Perché si può sempre ricominciare. E adesso lo faremo, da zero – 6
All’ambiente, composto da molti giornalisti e molti tifosi, e responsabile di grandissime figure di niente macinate in Europa e in casa – 0
Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia