L’allenatore della Carrarese al Corriere Fiorentino: «Per tanti imprenditori, la squadra è un hobby. Ma se falliscono le loro imprese…»
Il Corriere Fiorentino intervista Silvio Baldini, allenatore della Carrarese.
«Non mi muovo più di casa. Fine dei riti quotidiani: il caffè al bar con gli amici, la merenda in piazza, ogni venerdì sera a ristorante. Ora è tutto finito. Tutto fermo. Non senti più neanche le macchine passare. Le strade sono vuote. Sembra irreale, tutto questo silenzio».
Non gli manca il calcio in sé, dice, ma i suoi ragazzi.
«Del pallone francamente, in questo momento non me ne frega più niente. Si gioca? Non si gioca? Aspetto cosa dirà la Lega. Ma in fondo, è un gran chissenefrega. Se non si riprendesse il campionato mi andrebbe bene lo stesso. L’unico pensiero è la salute. Per tutto il resto non c’è spazio nella mia mente. Con un’unica eccezione però… I miei ventitré ragazzi. Li chiamo uno per uno una volta alla settimana».
Mantiene il contatto vivo.
«Do loro consigli di preparazione, mi interesso di cosa fanno. Ma soprattutto mi interesso di come stanno di salute, li monitoro sempre».
Baldini racconta che i suoi giocatori sono dispiaciuti, ma tranquilli.
«Per fortuna nessuno di loro ha dato di matto. Sono tutti dispiaciuti. E si stanno rendendo conto ora di quanto è bello allenarsi. Magari prima c’era chi sbuffava, chi aveva meno voglia. Invece ora, pagherebbero per spaccarsi la schiena coi giri di campo».
E lancia l’allarme per le società di Serie C.
«Ho deciso di allenare gratis per avere la libertà di fare come mi pare. Senza essere giudicato per i risultati. Non perché il club avesse problemi economici. La Carrarese è una società molto solida. Ma è anche vero che molti proprietari di squadre di calcio — al nostro livello e non solo — d’ora in poi dovranno pensarci bene prima di mettere i loro soldi a disposizione della squadra e non degli operai delle loro fabbriche. È un bel problema. Perché molti sono imprenditori che hanno squadre di calcio per hobby. Nelle serie inferiori il calcio è quasi solo una spesa, mai un guadagno… Temo che tante squadre spariranno senza più imprenditori che abbiano la possibilità di investire a causa delle aziende che falliranno a causa dell’epidemia».
Sul taglio degli stipendi da parte dei giocatori della Juve
«Vabbé, guadagnano talmente tanto che tagliarsi lo stipendio a quel livello è quasi superfluo».
A lui, dice, piacerebbe più il modello adottato in Germania.
«Con i club economicamente più forti che hanno stanziato 20 milioni per quelli più deboli».