Ad aprile saranno pagati il 60% degli stipendi e poi stop. Il campionato passerà a 28 squadre. Il Paese è sull’orlo del fallimento
L’Argentina “spegne” il calcio. Lo ha deciso ufficialmente il Comitato Esecutivo dell’AFA, tentando di parare i colpi che la pandemia ha inferto al sistema, in un momento in cui il Paese è vicinissimo al default finanziario, il secondo in meno di vent’anni dopo quello del 2001. Molti club sono riusciti a malapena a pagare gli stipendi di marzo e alcuni hanno già annunciato ai loro calciatori che, si spera, pagheranno solo il 60% degli stipendi di aprile. Stop.
Ma la decisione dell’AFA, negoziata per 10 giorni, avrà un impatto regolamentare enorme sul calcio argentino. La fase regolare è divisa in due campionati: la Super League (che ha vinto il Boca) e la Super League Cup che l’AFA ha annullato. Bloccate promozioni e retrocessioni, il campionato si allargherà in modo impressionante: passerà dalle 24 squadre attuali, alle 26 del prossimo, fino a 28 nella stagione 2021-2022.
In questo modo evita la retrocessione il Gimnasia La Plata di Maradona che avrebbe dovuto giocare la Copa Superliga (con in palio punti salvezza). Annullata anche quella. Se l’epidemia lo permetterà, si terrà un torneo di transizione da febbraio a dicembre 2021. Qui c’è l’unico effetto collaterale positivo dell’intera storia, scrive La Nacion: il calendario argentino sarà allineato con quello Conmebol, che finalmente avrà 10 Paesi che giocano in sincronia.
Non ci sarà nessun campione della Super League Cup, quindi il posto per la Libertadores 2021 dovrà assegnato con un altro torneo, il cui formato dipenderà dalle date disponibili. Se non fosse possibile tornare in campo sarebbe qualificata l’Argentinos Juniors.
Cosa accadrà ai contratti che scadono il 30 giugno, che in Europa è una delle grandi questioni che rendono tutto ancora più complicato? Non sarà necessario rinnovarli, perché molti club non avranno competizioni all’orizzonte. La stragrande maggioranza dei salari del First National (il 70% dei contratti, e il 91% dei capitali in gioco) termina il 30 giugno. Dopo, non si sa ancora cosa accadrà.