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La difesa del Napoli è migliorata ma siamo ancora lontani dalla Juventus

Caro Napolista, volevo sottoporti alcune riflessioni ora che il Campionato è alle battute finali e qualche giudizio un pò più completo si può esprimere riflettendo su quanto è accaduto finora.
Considerale una pausa, uno svago, una parentesi, tra le tante cose di cui si parla negli ultimi giorni e che pure meriterebbero qualche lettura un po’ più…distaccata e meno emotiva.

La difesa

Il paragone con la difesa dell’anno scorso ha ingannato molti osservatori. Quest’anno, grazie ai primi rudimenti degli schemi insegnati da Sarri (che andranno rodati e assimilati ancora per un po’ di tempo), si può dire che il Napoli abbia una tra le migliori difese del campionato (lo dicono i numeri), ma non c’è paragone con quella della Juventus, fortissima anche per gli uomini che la compongono. Se analizziamo i gol subiti dagli azzurri, si nota che quasi sempre sono frutto di errori individuali che la Juve non commette mai. Barzagli, l’odioso e presuntuoso Bonucci (la cui gestualità di esultanza dopo un goal segnato, detto en passant, è tra le più antipatiche e indisponenti), Chiellini (che forse è il meno affidabile, ma ad avercene…), sono forti difensori. E se un avversario li supera, alla fine c’è ancora Buffon il miglior portiere in circolazione (Reina è forte ma non come lui: provate ad immaginare le due squadre a portieri invertiti, visto che in classifica sono separate solo da pochi punti…).
La Juventus ci dimostra che è con una difesa così forte che puoi vincere anche le cosiddette “partite sporche”, avendo una sicurezza alle spalle che ti protegge anche il golletto (che prima o poi arriva).
Il motivo di questa superiorità difensiva da cosa dipende? Dal fatto che loro sanno comprare meglio di noi i calciatori? Perché il blocco della loro retroguardia è italiano (e per il futuro ci sarà anche Rugani, che è fortissimo), mentre il nostro è ispano-africano-rumeno? Perché sono affiatati da più anni? Se così fosse, allora dobbiamo solo aspettare che cresca anche l’ affiatamento dei nostri difensori: ricordate che Sarri diceva che saremo l’Empoli tra 3 anni? Forse era proprio questo il senso di quella affermazione che, all’epoca, fu giudicata al pari di una offesa o di una lesa maestà.

La soggezione psicologica

Qui mi riferisco soprattutto alla soggezione psicologia negli avversari che si affrontano. Questo tipo di sudditanza credo che sia un merito guadagnato dalla squadra: la Juventus, contro le squadre non blasonate (che sono la maggioranza) scende in campo portando 4 scudetti vinti di fila, la base della nazionale italiana più il campione straniero di turno (Dybala, Tevez, ecc), una striscia continua di partite vinte, la lotta tra le prime squadre in Europa per vincere (non solo partecipare) la Champions. Gli avversari se la fanno addosso!
Il Napoli da qualche anno (Mazzarri, Benitez, Sarri) può ammazzarti, però fa spesso anche delle gran cazzate e l’avversario sa che ne potrebbe approfittare, non vince a ripetizione come una schiacciasassi, in Europa è sbattuta sempre fuori (al massimo una semifinale di Europa League come l’anno scorso). Che pretendiamo?

La sfiga

Scrissi al Napolista dopo le prime giornate di Campionato esprimendo una mia preoccupazione, poiché mi sembrava di percepire segnali poco incoraggianti sulla fortuna che, necessariamente, deve accompagnare la stagione vincente di una squadra e avvertivo la sensazione che anche quest’anno, forse, non era l’annata giusta per vincere lo scudetto (e nei “commenti” alla mia lettera, che venne pubblicata sul Napolista, fui cordialmente ed eufemisticamente linciato!).

Vorrei far riflettere, un momento, solo su di un aspetto: affrontiamo le avversarie di turno sempre nei momenti sbagliati! Vado a memoria: il Bologna, rigenerato da Donadoni (con in più la “rabbia dell’ex”) e non quello delle prime partite con Delio Rossi; il Palermo, con il nuovo allenatore Novellino (e anche qui la “rabbia dell’ex”) dopo la mattanza zampariniana e squadra allo sbando; l’Udinese con il fresco subentrato De Canio (e che t’ò dic ‘a ffà?) mentre altri hanno goduto del periodo di inabissamento in classifica dei friulani…
E vogliamo aggiungerci, vado sempre a memoria, la Roma che al San Paolo fa la super partita difensiva da ultima spiaggia per salvare la panchina di Garcia (che dopo, guarda un po’, comunque salterà) o il Milan che pure al San Paolo sfodera, a detta di tutta l’informazione sportiva, la miglior partita (difensiva) per salvare l’allenatore, con alla vigilia Berlusconi mobilitato in prima persona a caricare i giocatori uno per uno…
E fresca fresca c’è l’ultima notizia: il Verona vince a Bologna e riapre lo spiraglio per la salvezza!
Ma proprio ora che devono giocare contro il Napoli s’aveva arapi’ stu spiraglie?…

Stampa e informazione

L’ultima osservazione che vorrei fare riguarda l’incidenza degli organi di informazione (giornali, televisioni e radio, web) sull’ambiente che circonda la squadra e sulla squadra stessa, quando si accavallano critiche, polemiche e turbative varie di cui se ne potrebbe tranquillamente fare a meno. E la cosa che ho notato, da sempre, è che quando queste accuse vengono rivolte contro i giornalisti o editorialisti di turno, sistematicamente si alza una levata di scudi a difesa della categoria (è la cd. difesa della corporazione?) con un copione fisso in cui variano solo, di volta in volta, gli attori (i giornalisti) che si difendono sempre allo stesso modo: “Noi riportiamo solo quello che vediamo…”, “Noi riportiamo solo le notizie di cui veniamo a conoscenza…”, “Come al solito se la prendono con noi che facciamo solo critica, non scendiamo certo in campo…” e roba simile.
Ma parlare di continuo del rinnovo del contratto di Sarri o di quello di Higuain, del malumore di Gabbiadini o di Mertens perché giocano poco, per fare esempi recenti, sono davvero gli argomenti principali di cui parlano spontaneamente al bar i tifosi o gli appassionati della nostra squadra? O ne parlano perché lo leggono su giornali e siti calcistici o lo ascoltano nelle (inguardabili) tribune e tribunette televisive?

Propongo al Napoli ed ai “veri” appassionati e tifosi della nostra squadra, la riesumazione dell’unica cosa buona fatta dall’ex presidente Naldi quando era a capo della Società: la t-shirt su cui campeggiava la scritta “FACITECE STA’ QUIET!”

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