Marzo e aprile bloccati per il contenzioso con i giocatori. Gli altri prorogati. Il nodo 30 giugno. Il sindacato: «Vogliono farci giocare senza pagare»
«Vogliono farci tornare in campo senza pagarci», così il numero due dell’assocalciatori Umberto Calcagno. Ieri il Consiglio federale si è spaccato. Hanno votato contro sia calciatori sia allenatori. Motivo: gli stipendi.
Scrive Repubblica:
La Federcalcio ha deliberato: le società potranno iscriversi anche senza pagare gli emolumenti di marzo e aprile, ai club basterà aprire il contenzioso con i calciatori. Inoltre la scadenza per saldare maggio è prorogata al 31 agosto: per i primi 8 mesi del 2020 i calciatori rischiano di incassare solo gennaio, febbraio e maggio, poi più nulla fino al 16 ottobre. Secondo i presidenti, è il solo modo per evitare che dopo il 30 giugno ci sia chi si rifiuta di continuare a giocare, se non verrà pagato, e per fronteggiare l’assenza di liquidità: alcuni sostengono di non avere nemmeno i soldi per i tamponi obbligatori.
Il Messaggero scrive:
Il presidente dell’Aic Tommasi è furioso: «Sapete che cosa significa? Che siamo stati in campo fino al 15 marzo, che i calciatori hanno lavorato con il preparatore atletico per tutto il lockdown e ora tu puoi pure non retribuirli. E se fanno causa danno pure la
possibilità al club di non pagarli fino ad agosto!». La Figc nega che l’intento sia questo.Oggi si prevede una riunione di fuoco tra i calciatori.