Gattuso conferma il colombiano, il futuro di Meret a questo punto è in discussione: è meno tecnico ma giovane e punta all’Europeo 2021

C’è l’esperienza di David Ospina, da una parte. Dall’altra, invece, c’è l’orgoglio ferito di Alex Meret, di questo giovane talento che vive il tormento della precarietà. Fa strano saperlo in discussione, addirittura s’è persino paventata l’ipotesi di una sua cessione a fine stagione. Indiscrezioni, ovviamente, che non trovano riscontro nelle intenzioni del club per il momento. Ma starsene in panchina gli pesa parecchio. Dinanzi si ritrova Ospina, 32 anni, reduce da quattro stagioni di impiego alterno all’Arsenal, i primi due come dodicesimo di Szczesny. Nell’intenzione del club, il nazionale colombiano avrebbe dovuto favorirne la crescita, assisterlo e mettergli a disposizione l’esperienza maturata nel corso della propria carriera. Ma le difficoltà hanno frenato la corsa di Meret. Prima gli infortuni, che lo hanno tenuto fuori per diversi mesi. Poi, la competitività tra i due portieri, inaugurata da Rino Gattuso, ha stravolto le gerarchie stabilite da Carlo Ancelotti. In effetti, le 24 presenze sommate da Ospina, nella prima stagione, sono state determinate proprio dagli infortuni di Meret, fermato prima dalla frattura al braccio e poi dai problemi alla spalla, e non da una scelta tecnica.
Il Napoli ripartirà da David Ospina, dunque. Il lockdown e le restrizioni dei mesi scorsi hanno lasciato invariate le cose. Contro l’Inter, toccherà a lui respingere l’assalto di Lukaku e Lautaro Martinez. Sarà importante tenere inviolata la porta per avere la certezza di accedere alla finale di coppa Italia. Probabilmente ci sarà spazio anche per Meret, nei prossimi due mesi, considerati i tanti impegni ravvicinati. Ma, per Gattuso, il titolare resta Ospina. Niente di personale, ha spesso chiarito l’allenatore. La sua scelta è dettata soltanto da motivi tecnici. Il pallone non va sprecato, per intenderci. E, dunque, la partecipazione del portiere all’avvio dell’azione diventa determinante. Ed in quest’ottica,il colombiano ha dimostrato di essere più funzionale per le esigenze del tecnico, avendo buona capacità di palleggio, sostenuta da una discreta tecnica. Una dote che non è altrettanto presente in Meret.
È dallo scorso mese di dicembre gli allenamenti del giovane portiere sono cambiati. Con Nista, il preparatore, sta provando a perfezionare il gioco coi piedi. Qualche miglioramento c’è stato, ma Gattuso ha fatto la sua scelta e, per il momento, difficilmente cambierà idea. Anche perché l’obiettivo immediato resta la Coppa Italia e non vuole modificare nulla di ciò che è stato il suo lavoro e le scelte fatte prima della sospensione delle attività.
La contrarietà di Meret trova conferma nelle indiscrezioni del mercato. Per averlo, il Napoli ha investito 25 milioni di euro e il club non ha alcuna intenzioni di perderlo. Nell’estate 2018, quando venne acquistato dall’Udinese, si disse che il club si era assicurato il portiere per il prossimo decennio. Una previsione che non trova riscontro nella realtà, almeno fino adesso. Meret non è contento di starsene in panchina, a fine stagione affronterà il discorso con Cristiano Giuntoli. Un’altra stagione da precario non rientra nelle sue intenzioni. E se non dovesse avere le garanzie richieste, allora sì che potrebbe chiedere la cessione. Senza il lockdown, l’argomento sarebbe già stato affrontato, perché il ragazzo s’è posto come obiettivo l’Europeo 2021. Avrebbe dinanzi a sé un anno per convincere Roberto Mancini a dargli fiducia, ad inserirlo nella lista dei convocati. Di tempo ce n’è, comunque, ma senza continuità il suo potrebbe restare un semplice proposito e nulla più.