Stavolta non è un termine abusato: Torino-Napoli è davvero una partita decisiva per le sorti della stagione. Vincerla potrebbe rappresentare il passaggio decisivo per il raggiungimento del secondo posto. In fondo, è come se dentro di noi lo avessimo sempre saputo, come se non fosse mai potuta andare diversamente. Dopo una stagione in cui abbiamo a lungo duellato per lo scudetto con la Juventus, andare alla ricerca del lasciapassare per la Champions per lasciarsi dietro tutti i rimpianti (e, speriamo, per non averne di nuovi) legittimando una volta per tutte quanto di buono fatto nel corso di un’intera annata proprio nella città bianconera – anche se, ovviamente, scendendo in campo nell’arena granata e non allo Stadium – assume un che di catartico. Per mettere un punto e, chissà, lanciare un segnale in vista dell’anno prossimo. Per dire: ripartiamo da qui, quest’anno avete vinto voi ma non dimenticate che, sulla strada per il successo, dovrete ancora avere a che fare con noi.
E’ una partita, in generale, circondata da una simbologia molto forte e il calendario ce lo conferma. Domenica 8 maggio, giorno del match, porta con sé ben tre ricorrenze diverse. Innanzitutto, la supplica alla Beata Vergine del Rosario di Pompei, pratica di culto introdotta dal beato Bartolo Longo (si tiene l’8 maggio essendo questo il giorno dell’inizio della costruzione della basilica, nel 1876, oltre che la seconda domenica di ottobre) divenuta molto importante nel cattolicesimo e particolarmente sentita, come ben sappiamo, dalle nostre parti. Trattandosi della seconda domenica di maggio, lo stesso giorno cade anche la festa della mamma, che in origine in Italia, dove ha preso piede a partire dagli anni Cinquanta, era comunque fissata proprio per l’8 maggio, subendo poi a partire dal 2000 lo spostamento per uniformarsi a quella degli Stati Uniti, là dove era nata ufficialmente nel 1914. Quest’anno inoltre, essendo la sesta domenica successiva alla Pasqua, vi cade anche la solennità dell’Ascensione di Gesù: tale evento, collocato dagli Atti degli Apostoli 40 giorni dopo la resurrezione, identifica teologicamente il compimento della missione terrena di Cristo.
Lungi da noi voler essere blasfemi e legare significanze ultraterrene a una faccenda tutto sommato frivola come il calcio. Detto questo, magari, che ‘a Madonna c’accumpagna…