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La perfetta domenica del Napoli: l’omaggio a Superga e la vittoria sul Torino

La perfetta domenica del Napoli: l’omaggio a Superga e la vittoria sul Torino

La scorsa settimana, il 4 maggio, cadeva l’anniversario della strage di Superga, ovvero il giorno della fine del Grande Torino, e dell’inizio di un’altra storia, fatta di leggenda, di commozione e ricordi. Perché una delle cose più salde e belle presenti nella memoria collettiva sportiva è la fotografia indelebile del Grande Torino; una squadra fortissima, che è diventata invincibile, romantica, struggente, inarrivabile, eroica, mitica, come solo le leggende sanno diventare. Sono a stato a Superga qualche anno fa, a rendere omaggio, forse ne ho già scritto qualche volta, quel giorno mi sono commosso come poche altre volte nella vita, perché quando sei lì ti misuri col ricordo e con l’inesorabilità del destino, ti misuri con la storia. Nella storia dello sport il Grande Torino appartiene a tutti, ma soprattutto appartiene ai tifosi del Toro. Sono stato felice quando ho scoperto che il Napoli è salito sulla collina di Superga a rendere omaggio, così si fa davanti alla grandezza, così si rispetta chi è venuto prima ed è stato grande in bianco e nero, pur giocando a colori. C’è una poesia bellissima di Mario Luzi “Ai campioni del Torino” che omaggia quella squadra, voglio riportarla qui per intero, per condividere con voi il piacere della lettura e – se credete – della commozione.

“Qui, a questa rupe nera, qui piegava
la manovra leggera delle ali,
i triangoli in fuga coniugati,
il guizzo breve, il fulmine leggiadro?

Mai la morte fu veramente morte
così, mai corse rapida all’essenza
come questa che vi abolisce, squadra
anche contro la morte, ancora squadra.

Niente c’è più, né grazia trascorrente
né scienza fine e rapida sull’erba,
niente che vi protegga e vi distingua
dal tutto grigio e vile in cui rientraste?

Niente, né ritmo celere né piano
che vi separi più dal moto oscuro,
tempo rubato al tempo non c’è più
che vi salvi dal tempo che v’invade?

Niente c’è più, niente c’è più, o un barbaglio?
niente, niente, non c’è più niente, piove
qui dove noi diciamo Rigamonti,
Castigliano, Maroso, Ballarin.”

Mi sembrava giusto questo omaggio, come mi sembra giusto avere battuto ieri sera il Torino di adesso, perché è giusto che il Napoli arrivi secondo, perché l’ha meritato, e, se anche un velo di stanchezza è sceso sulla squadra, se vogliamo mentale, niente e nessuno potrà mai dire nulla sul fatto che l’accesso diretto alla Champions League sarà molto più che giusto, se ne facciano tutti una ragione. Ancora Higuain, ancora Calle, ancora Hamsik, e pure Insigne (bellissima la sua finta nell’azione del secondo gol), ancora tutti. Di nuovo uno straordinario Allan. Abbiamo avuto un po’ paura sul gol del Torino? Forse, ma la verità è che i granata non hanno quasi mai tirato in porta. Così stanno le cose. Ieri sera ero a un reading concerto, verso le nove e dieci sbircio il telefono e leggo su Twitter: “Maronn’ me sto sentenn’ male”. Il mio amico tifoso del Napoli, scriveva questa frase sul 2 a 0, quindi stava male di felicità, ma io non potevo saperlo e sono diventato pallido, sudavo freddo. Poi Google (come sempre) mi ha salvato. Amen.

Gli appunti del drone Giggino

Quando si accumulano così tanti dati in una stagione, quando si analizzano, si reimpostano, si usano, si sa, il vostro Giggino sa, che alcune cose si ripetono. L’ho pensato ieri sera, al gol di Higuain. Quando gli è arrivata la palla, in automatico ho schiacciato il tasto “registra gol”, perché era ovvio che Gonzalo controllasse con tutta calma, prendesse la mira e la piazzasse a giro sul palo lungo (come si diceva una volta). Non mi sono sbagliato, sono scientifico. Così come non mi sono sbagliato sul lieve calo mentale del secondo tempo, comunque un rischio calcolato, anche se un po’ di paura è stata naturale vista la posta in palio. Ho delle sigarette preparate con un tabacco speciale, comprato sottobanco, Mister, naturalmente, una è per te. Fumamme. 

Notizie dall’Inghilterra

Alcuni tifosi del Napoli se la sono un po’ presa per l’articolo della scorsa settimana, dove si parlava di Inler e del Leicester. Era un racconto. Inler (la sua narrazione), come sappiamo, insieme a Britos e a Behrami, è stato uno dei protagonisti della rubrica, così come lo fu Zuniga nello scorso campionato. Inler è un signore e gli siamo affezionati, ma è proprio l’affetto che mi permette di scriverne, di prenderlo in giro, di inventargli delle storie intorno. Scrivere di Inler è un modo per rimanere in contatto con lui. Ricordiamoci che è l’uomo che ha restituito dignità alla parola Uallera. Il Watford ha perso a Liverpool, ma ha fatto un’ottima stagione, complimenti anche al nostro vecchio cuoco Britos, che ha giocato quasi sempre titolare, dopo aver cucinato per tutti, non è facile. Infine, un saluto affettuoso ai tifosi del Leicester: non deve essere semplice aver aspettato uno scudetto tutta la vita ed essere ripagati con Bocelli. Ma che sfaccimm’.

Note a margine:

–   Reina che twitta ammettendo l’errore, è omm’

–   Ho letto da qualche parte che oggi è il compleanno della figlia di Callejon, auguri.

–   Un saluto a Luca Toni, è stato un grande attaccante. Ho vinto un paio di Fantacalcio grazie a lui.

–   Un saluto al mio amico Giovanni, tifoso del Toro, un caro, carissimo saluto.

–        #IoStoConSarri dalla prima

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