Il Presidente USA dopo tre anni si rimangia la scomunica del primo giocatore della NFL che si inginocchiò contro il razzismo

La prima volta che si inginocchiò il Presidente degli Stati Uniti disse che era “un figlio di puttana”. Il gesto di protesta durante l’inno americano, e la scomunica presidenziale, costarono all’allora quarterback di San Francisco il lavoro e la carriera. Il football americano e la NFL gli negarono un contratto, e da allora è diventato un disoccupato simbolo del Black Lives Matter.
Ma ora Trump lo riabilita. Interrogato da un reporter della rete televisiva Sinclair sulla eventualità di un ritorno in campo di Kaepernick, Trump ha risposto testuale: “Assolutamente. Se lo merita, dovrebbe. Sempre se ne ha la capacità. Oltre a inginocchiarsi, mi piacerebbe vederlo avere un’altra opportunità, ma ovviamente deve essere bravo. Perché se non se lo merita sarebbe molto ingiusto”.
È da tre anni che Kaepernick, ora 32enne, non gioca. Trump all’epoca disse che il protagonista di un affronto come inginocchiarsi davanti alla bandiera a stelle e strisce avrebbe dovuto essere cacciato. E così i proprietari delle franchigie si allenarono. Kaepernick non fu confermato dai 49er, né ingaggiato da nessun altro club. L’anno scorso fu organizzato un open-day dalla Nfl per farlo ingaggiare, ma nessuno gli offrì un contratto.