Non è facile dare una lettura critica e tattica di Napoli-Frosinone. Tutto ciò che è stato ed è successo è in qualche modo riconducibile a quella cosa impalpabile che deve rendere tutto epico in una serata epica. Anche per questo, non è facile. Però si potrebbe dire, ad esempio, che il Napoli non era partito bene. Che era rimasto sorpreso dall’atteggiamento iniziale del Frosinone, dalla compattezza delle linee di Stellone. Dall’intraprendenza dei ragazzi vestiti di giallo. Due punte vere ma generosissime nei rientri, Sammarco trequartista con duplice compito (seguire Jorginho e galleggiare tra le linee) e linea da tre a fare uno contro uno a centrocampo. Nel frame sotto, è ben visibile lo schieramento iniziale del centrocampo frusinate, alto sull’impostazione da dietro del Napoli.
Ancora più visibile atteggiamento e posizionamento del Frosinone in quest’altra istantanea, immediatamente successiva a quella precedente. Il Napoli tiene il possesso, tenta di ripartire in costruzione bassa, ma la squadra di Stellone non molla un centimetro e porta su, in pressione, i calciatori della zona offensiva. Le due punte Dionisi e Ciofani sui due centrali e Sammarco su Jorginho per chiudere il primo possesso. Reina è così costretto a rinviare lungo.
La controversa espulsione di Gori cambia completamente la partita. Il Frosinone arretra Sammarco sulla linea mediana (eloquente e incontrovertibile l’inquadratura di Stellone subito dopo il rosso, che con la faccia sconsolata chiama ad ampi gesti il 4-3-2) e quindi lascia più spazio all’impostazione dell’italobrasiliano. Da qui, finisce la partita della squadra ciociara: che entra in trincea, non fa altro che difendersi tutta dietro la sua metà campo, senza provare nemmeno un abbozzo di ripartenza.
Da qui, le (quasi solite) cifre di assoluto dominio del Napoli: 33 a 9 tentativi verso la porta, 19 a 4 occasioni da gol, 75%-25% di possesso palla, 771 passaggi a 264. Insomma, non c’è più partita “vera”. C’è solo un tiro al bersaglio prima e un tentativo (riuscito) di far segnare uno, due, tre gol a Higuain. Una cosa importante da sviscerare, però, è relativa al primo gol. Arrivato al 44esimo, quindi non prestissimo, e comunque una mezz’ora dopo l’espulsione di Gori. Come dire: il Napoli ha faticato, ma alla fine Hamsik ha scacciato i fantasmi dal San Paolo.
Perché vogliamo soffermarci su questo gol. Qualche settimana fa, forse in occasione di Napoli-Atalanta, Arrigo Sacchi disse una frase nel postpartita: «Il Napoli costruisce tanto e bene, ma segna poco perché attacca l’area con un numero a volte troppo basso di giocatori. Contro squadre chiuse, portare solo due uomini verso la porta, solitamente Higuain e Callejon perché il gioco sulle fasce si sviluppa a sinistra, può essere troppo poco». Il fatto che il primo gol, ieri sera, sia stato segnato da Hamsik, è già di per sé indicativo rispetto a questa considerazione. Le affianchiamo un’altra situazione, la traversa di Insigne. Insigne, appunto. Un terzo uomo in area per creare superiorità numerica contro i tre calciatori dello scivolamento difensivo avversario. Un inserimento in più decisivo nel cuore della zona pericolosa. Come in occasione del primo gol. Sacchi non ha tutti i torti.
La presenza di Hamsik, unita a quella del dinamico duo Higuain-Callejon, permette al Napoli di sfruttare in maniera immediata il rimpallo favorevole; la prontezza dello slovacco nel cercare subito la rete ha fatto il resto. E, soprattutto, ha allontanato dal San Paolo gli spettri di una serata che poteva diventare epica al contrario.
Nella ripresa, cioè subito dopo il gol di Hamsik, il Napoli si scioglie. O forse si scioglie il Frosinone, chissà. Succede che comunque c’è poco da sottolineare a livello tattico, se non i numeri dei singoli calciatori, le loro prestazioni nei 90 minuti. Ovviamente, è un obbligo partire con Higuain: è la sua notte, non si può pensare o scrivere altrimenti. Cinque tiri in porta, 3 gol e una palla fuori di tanto così nel primo tempo. L’altro tentativo sballato e sbagliato, al 48esimo minuto, è l’ultimo momento di frustrazione della sua partita. Il resto è gioia: anche i 2 cross tentati e l’86% dei passaggi riusciti. Media da regista. Sotto, il targeting e il campetto dei suoi tiri. La rovesciata non si può segnalare, questi siti di stats sono una roba un po’ fredda. Che peccato.
Il resto l’hanno fatto le quattro palle recuperate di Allan (record in campo, che peccato abbia ritrovato la miglior condizione nelle ultimissime partite), le 143 giocate da Jorginho (accuratezza del 94%, praticamente perfetto), i 6 passaggi chiave di un Hamsik perfetto. Queste cose le sappiamo già, le abbiamo dette e scritte mille volte. Quello che vogliamo sottolineare, la novità, riguarda Vlad Chiriches: che, l’abbiamo scoperto ieri sera, è l’unico calciatore dell’organico del Napoli ad avere i tempi di inserimenti giusti sulle palle inattive. Di testa, di piede, in coordinazione acrobatica. Il rumeno trova sempre la posizione giusta e l’impatto con la palla. Dopo, la qualità del difensore ha forse la meglio e la peggio, insieme, sulle letture situazionali. Ma non è un caso, assolutamente, che il Napoli riesca ad essere un minimo più pericoloso sulle palle da fermo quando in campo c’è l’ex Tottenham. Autore di uno dei pochi gol su azione d’angolo del campionato, pur avendo giocato appena 8 partite. È bene ricordarlo.
Vogliamo chiudere con le classifiche finali delle statistiche. Ovvero, con il trionfo assoluto del gioco e del bello del Napoli. Non è lo scudetto, ma uno scudetto sicuramente meno importante di quello conquistato dalla Juventus. Che però, appunto, si chiama Juventus. Il Napoli si chiama Napoli, ed ha forse trovato la strada giusta per provare a superare davvero i bianconeri. Intanto, ha superato sé stesso in quanto a punti. E pure i bianconeri e tutti gli altri per tiri verso la porta (656 a 599), numero di occasioni da gol effettivamente create (506 a 463), possesso palla medio (58% a 54%, in mezzo la Fiorentina al 57%). Solo la Roma è davanti per gol realizzati (83 a 80), ma la difesa del Napoli (32 gol incassati) è seconda solo a quella mostruosa della Juventus (20 reti subite). Il resto sarà scritto sul foglietto di Sarri che avrà ed ha preso appunti anche ieri sera. Dopo averci regalato, probabilmente, uno dei Napoli più belli di sempre. Vedere giocare questa squadra è stato uno spettacolo. E dallo spettacolo alla vittoria, il passo è più breve di quanto si possa pensare. Con la sua biro, Sarri forse ha già cominciato.