La sua doppietta al Cagliari è un messaggio per il Napoli. A quasi 32 anni, si sta facendo finalmente conoscere dalla Serie A dove esordì nel 2007
Per avere quella possibilità, ha atteso tanto. Ha girato otto squadre prima di poter finalmente farsi conoscere dalla Serie A. Anche perché pochi nella massima divisione ricordavano chi fosse Samuel Di Carmine prodotto del settore giovanile della Fiorentina e classico attaccante da cifre considerevoli in B. A 19 anni esordì con i viola in Serie A, era il 2007, con l’orgoglio di vestire la maglia della propria città, e alla seconda presenza in campionato sostituì quel Giampaolo Pazzini che oggi gli contende il posto al Verona e che lo guarda spesso dalla panchina. Proprio come accadeva a lui all’inizio. Una rete in Europa League non bastò per meritarsi una conferma, la scelta fu quella di fargli fare le ossa all’estero. Così si mise in gioco nella Serie B inglese, al QPR di Paulo Sousa un altro che intreccerà legami con la Fiorentina qualche anno dopo.
Gallipoli, Frosinone, Cittadella, Juve Stabia, Perugia, Virtus Entella e poi ancora Perugia: questo lungo peregrinare si conclude soltanto nel 2016 quando è in Umbria che sembra trovare il suo habitat naturale. Christian Bucchi lo considera il terminale offensivo della squadra, Di Carmine coglie al volo l’opportunità: 13 reti il primo anno, 22 il secondo. È il profilo giusto per una squadra che vuole puntare alla promozione in Serie A, come il Verona che lo acquista. La squadra vive importanti difficoltà e cambia l’allenatore a stagione in corso, passando da Grosso ad Aglietti. L’attaccante non viaggia alle medie di Perugia ma i suoi gol pesano molto di più: segna la doppietta che all’ultima giornata qualifica i veneti ai playoff e poi si ripete con una rete di tacco in finale contro il Cittadella nella partita della rimonta. La sua firma sulla conquista della Serie A è probabilmente la più leggibile.
Il rapporto con Ivan Juric ha vissuto alti e bassi. Il tecnico a novembre gli ha fatto saltare alcune gare senza neppure convocarlo e in diverse occasioni ha giocato senza punte di ruolo. “Non è una scelta tecnica, ma di principio: gli servirà per riflettere” aveva detto. Poi è rientrato, con la fame di chi è in credito dal calcio. La prima rete in Serie A arriva poco dopo, la segna a 31 anni alla squadra che l’ha formato, l’ha lanciato e che porta nel cuore: la Fiorentina. La doppietta che poi rifila all’Atalanta è il monito del Verona, che sembra voler ripercorrere quelle orme. Con altri due gol al Cagliari è diventato il principale marcatore di una squadra che trasforma poco, che non ha ancora trovato il suo riferimento offensivo. Almeno non prima di ieri, perché ora Di Carmine è pronto a raccogliere tutte le occasioni che gli spettano.
Si è fatto trovare pronto, anche senza la preparazione cui chiunque è abituato. In meno di mezzora ha trovato due gol da giocatore vero col Cagliari, un colpo di testa e un destro da 25 metri. È diventato il volto di un Verona bello e sorprendente, alla prima reale stagione di Serie A, dopo tanti anni a battagliare sui campi di provincia nei campionati minori. Non si pone limiti, né lui né la squadra: sognando l’Europa c’è soltanto da guadagnare. E Samuel Di Carmine vuole sorprendersi ancora.