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Callejon è sempre uguale ma insostituibile: il Napoli gira e girerà intorno a lui

Callejon è sempre uguale ma insostituibile: il Napoli gira e girerà intorno a lui

Josè Maria Callejon non è mai cambiato, e non cambia mai. Pensateci bene, ripescate nella vostra memoria fotografica le immagini delle sue tre stagioni al Napoli. Sempre uguale, in faccia e nel fisico. Sempre uguale, più o meno, nel modo di muoversi in campo. Quando non sai chi ha appena effettuato un recupero difensivo partendo da una posizione avanzata, perché magari in televisione o allo stadio non riesci a distinguere il numero dietro la maglia azzurra, è Callejon. C’è poco da fare.

Quindi, più che (ri)spiegare chi è, che cosa fa e cosa potrebbe essere José Callejon, vogliamo concentrarci su quelle che sono state le minime differenze tra il calciatore che abbiamo apprezzato nelle due prime stagioni con Benitez e quello che abbiamo ammirato quest’anno con Sarri. Lo stesso Sarri che, più volte durante questa sua prima stagione napoletana, non ha mai mancato di sottolineare l’assoluta impossibilità di rinunciare a Callejon. Questo la dice lunga, ma lo dice anche in un altro modo. Pensate al 4-3-3, al perché nasce. Callejon non è un attaccante vero, non può giocare da seconda punta. Molto più verosimile un impiego da trequartista per Lorenzo Insigne, che anzi ha inizito pure alla grande la stagione come vertice basso del tridente del 4-3-1-2. Quindi, la “vera verità” è che il Napoli che abbiamo visto giocare così bene quest’anno nasce e resta in piedi tutto grazie a Callejon.

Che sbilancia la squadra invitandola a sviluppare gioco sulla sinistra, che accorcia e difende trasformando di fatto il modulo in un 4-4-2 in fase di non possesso. Che si inserisce come nessun’altro, che copre come nessun’altro quando è il momento di rinculare. Che è il perfetto contraltare tecnico di Higuain. Perché se Hamsik è l’uomo che più di ogni altro l’ha servito (7 volte), Callejon è quello che resta nella sua ombra senza subirne la dittatura. Come Callejon è votato allo spirito di sacrificio per aiutare la squadra, così lo è nei confronti del numero nove: assist, inserimenti, movimenti offensivi. Tutto è finalizzato al bene di Higuain, che poi è quello della squadra. Però, in conferenza stampa Sarri dice che l’insostituibile è Callejon. È una grande soddisfazione, anche perché ha perfettamente ragione.

I dati

Com’è cambiato Callejon, si diceva. La sua migliore stagione è stata la prima (15 gol e 6 assist solo in campionato), soprattutto dal punto di vista del contributo alla realizzazione. Perché, per quest’anno, lo score si ferma a 7 gol e altrettanti assist. Volessimo considerare tutte le competizioni, il 2013/2014 resterebbe comunque l’anno con lo score più alto, 20 gol e 8 assist (quest’anno ne ha messi insieme 13 e 10). Eppure, un’analisi più approfondita ci dice che in questa stagione la produzione offensiva di Callejon è stata maggiore rispetto a quelle precedenti: tra campionato ed Europa League, una media di 2,25 conclusioni ogni 90 minuti. Più 1,6 key passes e la più alta pass accuracy di sempre, superiore all’87%. 

C’è una differenza, quindi, in Callejon. Che è però più ascrivibile alla differenza generale nel gioco del Napoli. Perché se la squadra di Benitez giocava più a strappi, alternando la ricerca della verticalità con uno slow play di possesso, quella di Sarri ha invece puntato tutto sull’intensità (l’abbiamo già spiegato qui) e su una ricerca più martellante della soluzione offensiva. Questo ha sicuramente avvantaggiato Callejon, che ha beneficiato pure di una posizione di partenza più avanzata e destinata a coprire una zona minore di campo rispetto a quella dello scorso anno. Certo, non è mai mancato il supporto a Hysaj sulla fascia destra nei momenti di contenimento, ma la presenza di un mediano in più sul centrodestra, e il fatto che questi sia un calciatore dinamico come Allan, ha forse permesso all’ex Real Madrid di esprimersi di più in fase offensiva. E questo lo leggi pure nei dati difensivi dello spagnolo, che, seppur di poco, sono inferiori rispetto a quelli delle prime due stagioni: palle intercettate (0,6 a partita contro le 0,8 delle due stagioni precedenti) e tackle (1,1 contro 1,2 e 1,5). 

Callejon è cambiato insieme al Napoli, che è cambiato per lui e intorno a lui. Anche se magari tu te lo ricordi identico in tutto e per tutto, qualcosina di diverso c’è. Una cosa che è rimasta sicuramente uguale, però, è la capacità di lettura negli inserimenti offensivi. Perfetta, sempre. E lo vedi in occasioni come questa:

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Le prospettive

Il mercato, a parte un interessamento del Barcellona che è semplicemente una stupidaggine, non parla tanto di Callejon. Ci sarebbe la volontà, da parte di De Laurentiis, di rinnovare il contratto dello spagnolo. Non una priorità, comunque, anche alla luce di una scadenza (2018) su cui si può lavorare anche a sessione inoltrata o terminata. Quindi, le prospettive dell’ex Real Madrid sono colorate d’azzurro. 

C’è però da fare un grande distinguo anche qui, perchè ancora una volta è il Napoli che lega il suo destino a Callejon. Pure sul mercato. Certo, probabilmente esageriamo nell’importanza, ma pensiamoci insieme: il Napoli ha un sostituto valido di Callejon? Cioè sì, c’è Mertens. Che però ha più le caratteristiche di un vice-Insigne e comunque di un calciatore prettamente offensivo, di fantasia più che di rigida applicazione tattica e di rendimento come il numero sette. Il fatto che non esistano molti calciatori simili a Callejon fa sì che il suo profilo sia quasi unico nel suo genere, ma al momento di un eventuale infortunio (in tre anni nessun match saltato per problemi fisici, nel frattempo) il Napoli è privo di un’alternativa che non pregiudichi la sua impostazione tattica. Che, come abbiamo capito, è imperniata sul massacrante doppio lavoro che Callejon si cuce addosso come nessuno.

Quindi, come dire: il sostituto di Callejon, “un” sostituto di Callejon farà la differenza in questa sessione di trasferimenti. Divaghiamo un po’ dalla nostra solita biografia, con José Maria ce lo possiamo permettere, e spariamo tre nomi per far capire cosa intendiamo come alternativa: Bernardeschi, Tello e Suso. Se il primo è francamente inarrivabile a meno di un investimento superiore ai 20-25 milioni, gli altri due sono calciatori dalla situazione contrattuale ingarbugliata e non impossibili da andare a prendere. Più tecnici rispetto a Callejon, hanno però entrambi caratteristiche da esterni completi, in grado di coprire interamente la fascia destra. Tutte e due spagnoli, e nemmeno questo può essere un caso.

Callejon è una risorsa infinia ed inestimabile per il Napoli, e per questo va preservato. Con un sostituto che possa assumerne, anche se non completamente, le sembianze tattiche e di rendimento. Con un alter ego che possa concedergli, ogni tanto, il meritato momento di rifiato. 

È la prima biografia stagionale che concludiamo parlando di un eventuale sostituto per il calciatore di cui abbiamo scritto. Per sostituto, in questo caso e beninteso, si intende alternativa. Perché di Callejon non si può fare a meno, e si può anche non descriverne il futuro secondo il modo di giocare. Lui è quasi sempre uguale, e a noi va bene così. Ci fidiamo.

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