Archiviata la querela per diffamazione annunciata sui social dall’ex medico del Napoli. “Legittimo diritto di critica che trae le premesse da una prospettazione dei fatti che corrisponde a verità”
Alfonso De Nicola, ex medico sociale del Napoli, ha perso la causa con il Napolista difeso dall’avvocato Claudio Botti. Aveva querelato il direttore Massimiliano Gallo, accusandolo di diffamazione per gli articoli scritti all’epoca dell’infortunio di David Ospina in Napoli-Udinese. Ricorderete, la partita in cui Ospina subì un colpo alla testa, rimase in campo un bel po’, poi svenne e fu ricoverato all’ospedale San Paolo dove gli fu diagnosticato un trauma cranico.
De Nicola avvisò il mondo dell’avvenuta querela con uno status su Facebook. Status che nei commenti, come nella più consolidata delle tradizioni, provocò un fiorire di insulti all’indirizzo del direttore del Napolista. In Italia, però, i tribunali non sono del popolo né si esprimono attraverso i social. E al consenso populistico incassato da De Nicola, non ha fatto seguito quello della legge. La giustizia ha archiviato il procedimento di querela. Già il pubblico ministero Fabio De Cristofaro, in prima istanza, si era espresso per l’archiviazione. È poi avvenuta la convalida dell’archiviazione da parte del gip.
Nel frattempo, al termine della stagione De Nicola non sarebbe più stato il medico sociale del Napoli.
Nella sua richiesta di archiviazione il pubblico ministero De Cristofaro scrive:
nell’articolo scritto poche ore dopo l’episodio dell’infortunio al portiere di calcio (…), l’autore si limitò alla cronaca sportiva esternando, poi, disapprovazione per la scelta assunta dalla società sportiva nel non aver proceduto alla sostituzione del giocatore, esprimendo valutazioni che senza dubbio “riflettono gli interessi e la cultura di chi critica”.
E ancora:
che dalla lettura dell’articolo del 18 marzo 2019 non emerge alcuna interpretazione soggettiva dell’operato dello staff medico che abbia potuto rappresentare una fonte di discredito per la persone del responsabile, dovendo ritenersi che le espressioni adoperate (“Ha giocato con un’ampia ed evidente fasciatura alla testa. A uno sguardo non clinico, non sembrava in condizioni di riprendere il gioco, di rimettersi in piedi… È stata una leggerezza molto grave l’aver lasciato il colombiano in campo…”) siano rapportabili al lecito esercizio del diritto di critica traendo le loro premesse da una prospettazione dei fatti che corrisponde alla verità.
E la richiesta di archiviazione del pm si chiude così:
pertanto alcuna concreta “ricostruzione giornalistica” diffamatoria nei confronti del dottor De Nicola è possibile evincere dal contesto complessivo degli articoli in esame né sono state adoperate espressioni offensive, denigratorie od allusive che possano aver assunto profili di penale rilevanza.
Il gip Valentina Gallo dispone l’archiviazione e scrive:
le espressioni riportate negli articoli apparsi sul quotidiano on line devono ritenersi riconducibili all’esercizio legittimo del diritto di critica, da riconoscersi in ogni forma di dibattito, anche al di fuori dell’ambito strettamente politico, quale declinazione della libertà di manifestazione del pensiero. (…)
La lettura complessiva degli articoli oggetto di denuncia, consente di escluderne la portata diffamatoria nei confronti del responsabile medico della squadra del Napoli, sia sotto il profilo contenutistico, sia dal punto di vista delle espressioni utilizzate. Il giornalista, infatti, riportando notizie vere, esprime una valutazione critica rispetto alle decisioni adottate e direttamente attribuibili alla società sportiva, su parere del responsabile medico.
I toni utilizzati, per quanto forti, non appaiono gravemente infamanti della reputazione del dottor De Nicola, né gratuiti, ed, ancora, le considerazioni svolte, evidentemente attinenti all’aspetto sportivo piuttosto che a quello strettamente medico, appaiono, comunque, pertinenti al tema in discussione.