Si è da poco conclusa la Vuelta di Spagna. Una corsa a tappe che Fabio Aru è riuscito a vincere, oltre che meriti personali, grazie all’apporto della propria squadra: l’Astana. Squadra che si è rivelata decisiva soprattutto nella penultima tappa, quando il sardo ha mandato in crisi Dumoulin fino a quel giorno leader della corsa. E ci è riuscito grazie all’apporto della squadra. Prima Landa, poi Zeits e Leon Sanchez hanno lavorato ai fianchi e infine vinto le ultime resistenze dell’olandese. Nel ciclismo, ma non solo, il gioco di squadra è fondamentale. È uno sport individuale in cui il team conta tantissimo, è fondamentale.
L’importanza del gioco di squadra torna in mente questa sera dopo aver letto le dichiarazioni rilasciate da Dubai da Diego Armando Maradona all’emittente Piuenne. Maradona ha sparato a zero sia su De Laurentiis sia su Sarri. “Sono arrabbiato, non sono soddisfatto – ha detto -. Ho molto rispetto per Sarri ma questo Napoli arriverà a metà classifica. Bisognava confermare Benitez che adesso è al Real Madrid. De Laurentiis non ha dato le giuste garanzie per vincere, ha sbagliato con i tifosi. Il presidente deve capire che questa è una grande piazza e non merita di scendere di prestigio».
Maradona è addirittura irridente nei confronti di Sarri: «De Laurentiis non può mettere mio zio sulla panchina del Napoli. C’era bisogno di un tecnico che conoscesse la grandezza e le pressioni della piazza. Ma la colpa è di chi l’ha messo su quella panchina. De Laurentiis pensa di conoscere il calcio, invece deve affidarsi a chi lo conosce per davvero».
Ieri sera, invece, dopo il pareggio 2-2 a Empoli, il senatore Antonio Gentile ha diramato una nota in cui ha chiesto al presidente di lasciare il Napoli e ha investito Fabio Cannavaro del compito di trovare investitori all’altezza. «De Laurentiis è stato un gran presidente, ma credo che abbia esaurito la sua spinta propulsiva. Ci vuole una grande società e Fabio Cannavaro può essere decisivo in questa direzione», ha scritto il senatore dell’Ncd, calabrese, presidente del Napoli club Parlamento, balzato agli onori delle cronache lo scorso anno perché accusato dal direttore del quotidiano L’Ora di Calabria di aver esercitato delle pressioni e ottenuto la mancata uscita del quotidiano che prevedeva un articolo di suo figlio Andrea in un’inchiesta. Inchiesta poi archiviata dal Tribunale di Cosenza.
Nella sua nota Gentile ha scritto: «Ormai siamo spariti dal dibattito calcistico e abbiamo un allenatore che, pur essendo un galantuomo, dice che fra tre anni potremo avere la mentalità dell’Empoli. Anche quest’anno il salto di qualità non è stato fatto – dice Gentile – e registriamo l’assenza oggettiva di una forte compagine societaria. De Laurentis potrebbe vendere bene ora che la società è sana e non si capisce perché la squadra che ha avuto il più grande calciatore di tutti i tempi non debba avere acquirenti esteri. Cannavaro – conclude – è l’uomo che può portare i grandi investitori a Napoli». Oggi Cannavaro non rilasciato dichiarazioni.
Insomma, in meno di 24 ore due attacchi al presidente De Laurentiis. Prima un senatore, che chiama in causa Fabio Cannavaro, e poi Diego Maradona. Anche l’anno scorso, di questi tempi, le pressioni a De Laurentiis affinché vendesse il Napoli non mancarono. Ricordate l’emiro? Fu lo stesso Cannavaro, mesi dopo, a dichiarare che aveva provato mister Bee a dirottare i suoi interessi sul Napoli. Un anno dopo, ancora una volta col Napoli in difficoltà, gli attacchi ripartono. Non dimentichiamo lo striscione di minacce nei confronti di De Laurentiis in curva A durante Napoli-Sampdoria. L’anno scorso sulla panchina c’era un uomo dalle spalle larghe cui De Laurentiis poteva anche appoggiarsi. Quest’anno, invece, c’è un tecnico che avrebbe bisogno di tranquillità e di essere protetto.