Zdanov offre in anteprima ai lettori del Napolista l’editoriale che domani apparirà sul Quotidiano Collettivo Sarrita. Titoli suggeriti dalla Propaganda del Politburo riunito a Castel Volturno: “Il modello Empoli è la lotta per la salvezza” (per il Mattino); “L’aratro dell’empolizzazione (per il Corriere del Mezzogiorno); “Sconfitti dal complotto della Mano Morta” (per il Corriere dello Sport).
Sono stati giorni intensi, di grande gloria proletaria, di apprendimento e di crescita. Il ritorno del nostro Condottiero nella sua culla sovietica è stato il culmine di una lunga marcia iniziata a giugno, quando gioiosi ed entusiasti ci spellammo le mani per la scelta del Caro Presidente. Adesso però che la trionfale trasferta di Empoli è stata celebrata in tutto il suo lucore rosso comunista, il rischio è che si abbassi il sipario sul nostro modello. Guai a farlo. La stella dell’empolizzazione deve continuare a splendere nel nostro cielo azzurro che vigila come un padre paziente sui tesori della napoletanità: il sole, il mare, la pizza e il mandolino.
La partita di domenica (il risultato per noi fieri sarriti è un mero dettaglio capitalista) ha messo in chiaro che il modello Empoli è una fantastica lotta tra gli ultimi, laddove il dolore e la sofferenza forgiano il destino degli uomini veri. Il modello Empoli è lottare sempre per la salvezza. Nel calcio come nella vita. Ed è per questo che nelle prossime settimane trasferiremo una parte della nostra redazione a Empoli. I napoletani devono conoscere tutto dell’empolizzazione. Dal funzionamento delle scuole a quello della sanità. Dalle chiese alla classe politica. Non ci stancheremo mai di parlare di Empoli. Sarri è l’aratro che ha tracciato il solco e tocca a noi adesso difenderlo ed espanderlo (lo so è una frase mussoliniana ma suona bene e in fondo il Duce fu in origine socialista).
Allo stesso tempo va intensificata la repressione dei guerriglieri rafaeliti che in questo ore escono dalle loro fogne come ratti luridi e arrabbiati. Il grande Compagno Lenin ci insegna che le avanguardie rivoluzionarie devono stroncare ogni dissenso, ogni frazionismo. Il centralismo sarrita presuppone dunque anche la censura per tutti coloro che osano dubitare della linea del partito, pardon della società. Alcuni scrittori pensassero a scrivere gialli, a fare il loro mestiere, senza pretendere di impartire consigli o vergare sentenze. Il potere è del popolo, non degli intellettuali. E il popolo a Empoli ha salutato una squadra vispa, in salute, che ha pareggiato solo a causa di un complotto mondialista della temibile banda della Mano Morta di Saponara. Tutto il resto è propaganda reazionaria. Non solo. I nostri segugi del giornalismo d’inchiesta saranno in grado di dimostrare nei prossimi giorni che Albiol è stato pagato da emissari spagnoli per sbagliare e che l’infame Banti è un intimo amico dell’Obeso di Madrid.
Sono ore difficili per il sarrismo, lo sappiamo. Ma il passato prossimo non tornerà. Semmai quello remoto, con l’Altro Toscano. Viva Napoli, viva il Napoli, viva Sarri, viva Hysaj, viva Valdifiori.
Zdanov