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Giornale: il mondo del calcio si crede al di sopra di ogni virus, servirebbe un pizzico di cervello

Il commento di Riccardo Signori. Il calcio chiede di far tornare la gente negli stadi, garantisce misure adeguate e presenta piani di fattibilità e poi finisce con calciatori infetti e Adl che mette tutti a rischio quarantena  

Giornale: il mondo del calcio si crede al di sopra di ogni virus, servirebbe un pizzico di cervello

“È stato perlomeno geniale Aurelio De Laurentiis nel tentativo (involontario ovvio) di privarci, per una decina di giorni, del gotha dirigenziale del calcio. Tutti a rischio quarantena per la sua indigestione di ostriche, che fa il paio con la prostatite di Briatore”.

Esordisce così, sul Giornale, Riccardo Signori, nel commento alla notizia della positività del presidente del Napoli. Uno spunto per parlare del mondo del calcio.

“Un mondo che parla, straparla ed anche in tempo di Covid ha fatto sbarrare gli occhi”.

Signori ricorda che il Napoli

“ha fatto impazzire perfino la Lega calcio per le misure di protezione, prevenzione ed attenzione esasperata nelle conferenze, allo stadio, dove c’era aggregazione. Proprio il Napoli, il club di Adl che, nel caso, se c’era dormiva. Sennò non si spiegherebbe la superficialità del suo presentarsi in assemblea”.

Il mondo del pallone, scrive, si ritiene al di sopra di tutto, anche del virus. E pecca di leggerezza.

“Al «liberi tutti», il mondo del pallone abbia dimostrato la sua svagata leggerezza, il credersi sempre al di sopra di ogni sospetto e di ogni virus. Il calcio chiede di far tornare la gente negli stadi, tira la giacchetta a ministri e al comitato tecnico scientifico, garantisce misure adeguate, presenta studi di fattibilità, eppoi ti finisce così: calciatori vacanzieri cadono come ciliegie sotto i colpi dell’infezione, stampa foto di dirigenti e presidenti con mascherina sotto il mento, regala un Adl che sente un po’ di febbre ma non manca, privo di mascherina, alla grande adunata. Non si è mai chiesto al mondo del football di essere esemplare, ci mancherebbe. Ma, almeno, con quel pizzico di cervello che impone l’essere personaggi pubblici, gente che (finché dura) è un po’ al di fuori del comune: non della realtà. Verrà il momento di riaprire gli stadi, sarà un ritorno alla normalità. Ma chi garantirà che il mondo del pallone, non i tifosi, non combini qualche guaio? Nel nome di una mangiata di ostriche”.

 

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