È una di quelle storie che un po’ ti fanno cadere le braccia ma che fotografano ahinoi uno spaccato della società italiana. Una partita tra bambini, a Borgomanero, in provincia di Novara, un derby tra pulcini del Torino e della Juventus che finisce all’ospedale perché alcuni genitori hanno aggredito – dopo averla ripetutamente insultata – una donna cubana, rea di essere nera e di essere la madre di un piccolo che giocava nella squadra avversaria, quella granata.
Così scrive La Stampa: «I genitori hanno attesi quelli “avversari” nel parcheggio dello stadio. Poi, all’im- provviso, li hanno circondati, buttati a terra, presi a calci e insultati. “Negra, devi tornare al tuo paese”, hanno ripetuto a una delle mamme dell’altra squadra di bambini, mentre il marito veniva piu? volte colpito al volto». Altro che violenti da stadio. Quella che Robert Redford definirebbe gente comune. Per tutta la partita un genitore di un pulcino juventino ha inveito, spalleggiato da altri, verso un bambino di origine etiope con insulti razzisti. Bambino che sembra più grande della sua età e che sicuramente ha più talento degli altri. Così, quando è stato proprio lui a segnare il gol vittoria, comprensibilmente è andato a esultare sotto la tribuna sfogandosi un po’. Da lì, la situazione è completamente degenerata. La sconfitta e il sacrosanto sberleffo dopo le ingiurie razziste hanno scatenato la violenza dei genitori dei pulcini juventini.
Poi ci meravigliamo quando Boateng viene fischiato in campo. Non è un problema calcistico. Del calcio giovanile abbiamo scritto tante volte, l’universo dei genitori può rivelarsi orribile. E il razzismo ne è talvolta una componente.
Un episodio che – scrive La Stampa – le due società hanno deciso di condannare. La dirigenza della Juventus ha convocato i genitori accusati dell’aggressione. «La società si dissocia da questi tipi di comportamenti che non possono essere in alcun modo giustificati», dicono dalla sede bianconera. Anche quelli del Toro chiedono di evitare che si ripetano altri episodi simili.