In Italia a luglio i giovani infettati erano il 5,6% del totale dei nuovi contagiati, ieri sono arrivati al 15%. «L’epidemia si muove dentro le famiglie, il singolo caso di un bambino ne genera 4 o 5 tra i parenti»
E’ boom di contagi nelle scuole. Il giorno di apertura degli istituti in Italia (ma non in tutte le regioni) i nuovi casi di positività erano stati 1.008. Ieri, dopo 24 giorni, sono saliti a 4.458. Repubblica scrive che all’interno del Comitato tecnico scientifico
“ormai qualcuno ritiene che l’aumento sia anche l’effetto della partenza dell’anno scolastico”.
Il quotidiano riporta le parole di Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive.
«In questo momento l’epidemia legata alle scuole non riguarda solo gli studenti ma anche tutto ciò che gira intorno alle lezioni, dal traffico, ai mezzi pubblici, ai genitori che si ritrovano fuori da scuola. L’epidemia si muove dentro le famiglie, il singolo caso di un bambino ne genera quattro o cinque tra i parenti».
Aumenta il numero delle classi in quarantena e quello delle scuole chiuse. E, soprattutto, in alcune regioni inizia a crescere il numero di giovani contagiati.
“Ieri in Emilia e in Toscana i minorenni sono stati il 20% del totale dei nuovi casi. Stesso dato per l’area metropolitana milanese, mentre nell’intera Lombardia sono stati il 15%. Quella percentuale è la stessa registrata dall’Istituto superiore di sanità in Italia negli ultimi 30 giorni. Fino a luglio i minorenni erano il 5,6% dei contagiati“.
Il direttore sanitario dell’Ats di Milano, Vittorio Demicheli, pensa che la crescita dei casi sia dovuta al fatto che gli studenti portano la trasmissione del virus all’interno delle famiglie.
«Del resto questo tipo di contagi sono l’80% in Italia. E se hai un bambino di 5 anni in quarantena come fai a garantire che non entri in contatto con i genitori. È impossibile».