Intervista alla direttrice: «Siamo abituati, abbiamo ospitato il Genoa. E abbiamo un protocollo molto rigido. Fin qui nessun caso di contagio tra il personale»
Tiene banco, nelle ultime ore, la questione dei contagi tra le fila dell’Az Alkmaar, avversaria del Napoli in Europa League, domani al San Paolo. La squadra conta numerosi calciatori positivi al Covid. Da più parti si è levato l’allarme per un possibile focolaio, proprio in un momento in cui in Campania i numeri dei contagi sono altissimi. Una preoccupazione che, però, non appartiene all’hotel dove alloggerà il club olandese, il Britannique. La direttrice, Barbara Brunelli, ci spiega perché.
Siete in allarme per l’arrivo dell’Az?
«Sì e no, più no che sì. In quanto alberghi siamo stati i primi ad adottare sistemi di sicurezza molto forti. Al Britannique abbiamo un protocollo molto rigido che prevede, oltre alle misure già previste, quindi il distanziamento, le mascherine, ecc., diverse altre norme molto stringenti. Sulle mascherine, però, in questo caso, abbiamo adottato un’accortezza in più, chiedendo al personale di indossare le Ffp3 e non le semplici chirurgiche».
Una misura straordinaria adottata per l’occasione, dunque?
«Sì, in questo caso abbiamo deciso così perché abbiamo un punto interrogativo un po’ più forte circa le condizioni delle persone in arrivo, nonostante siano state sottoposte a tampone. Quindi abbiamo chiesto al personale tutto, e soprattutto a quello addetto al servizio in sala, l’utilizzo della Ffp3 come accorgimento maggiore».
Che tipo di accorgimenti adottate in casi del genere?
«Siamo già avvezzi ad ospitare squadre di calcio. Con tutte le squadre nostre ospiti tendiamo, di solito, se non abbiamo necessità di utilizzare subito le camere, come, purtroppo, in questo periodo, a non rifare le camere nell’immediato, dopo la partenza della squadra, ma dalle 48 alle 72 ore successive, in modo da evitare rischi per il personale e per gli altri clienti. Laddove servisse, viene fatta una sanificazione a tappeto subito dopo la partenza, come viene fatto sempre quando si pulisce. E ancora, in circostanze come questa, facciamo effettuare un intervento di sanificazione straordinaria a una ditta esterna. Tenga presente che normalmente sanifichiamo gli ambienti comuni ogni due ore, e il ristorante ogni ora. Oltre a questa nostra sanificazione, ne facciamo fare una ad una ditta esterna, di notte, alla partenza della squadra. Si sanificano tutti gli ambienti in modo che resti sulle superfici almeno per due o tre ore e poi noi passiamo a pulire. Perché sanificazione e pulizia sono due cose diverse».
La direttrice continua:
«Ci sono anche altre attenzioni. La squadra viene servita una volta soltanto, ad esempio, e viene fatto lo sbarazzo solo quando esce dalla sala. Dunque non c’è un incrocio con il personale. Personale e squadra sono molto distanziati. E’ estremamente difficile che possa accadere qualunque cosa».
Avete avuto contatti con l’Asl, in questa occasione?
«No, nessuno. Non li abbiamo avuti nemmeno quando abbiamo ospitato il Genoa. Anche se in quella circostanza, visto che siamo stati avvisati all’ultimo momento, abbiamo fatto fare i tamponi tutti i dipendenti e non sono emersi casi di contagio. Posso dire che i nostri protocolli funzionano molto bene».
Possiamo dire, quindi, che siete sereni nell’ospitare l’Az?
«Assolutamente sì. Nessun panico. Anzi, mi piacerebbe che passasse il concetto che questa, per noi, è la procedura ordinaria. Sappiamo che c’è un rischio su dieci per i componenti di una squadra, ma con i nostri clienti si rischia ogni giorno. Dunque non ci cambia nulla rispetto ai clienti ordinari, se non il numero maggiore di ospiti. Ma il rischio è lo stesso. Basta un positivo soltanto per un contagio».