Vanzina ha avuto sempre la capacità: di registrare la realtà del momento e di riportarla senza filtri. Lo spettatore ride di sé stesso
“Lockdown all’italiana” di Enrico Vanzina è il primo film uscito dopo la fine del primo lockdown ed in attesa dei prossimi mini o maxi ne parliamo perché nella sua leggerezza dice molto di più di tante maratone sociologiche a cui abbiamo dovuto assistere. La commedia è incentrata sulla vita parallela di due coppie: quella di Piazza di Spagna, l’avvocato Giovanni De Bernardis (Ezio Greggio) e la moglie Mariella (Paola Minaccioni, che cura con Vanzina anche la sceneggiatura) e la coppia di Via Catilina: i periferici, il tassista Walter (Ricky Memphis) e la procace banconista Tamara (Martina Stella).
Alla vigilia della chiusura le due coppie in crisi scoprono di avere qualcosa in comune: Giovanni ‘topolino’ ha come amante Tamara ed il bonaccione Walter e la attempata Mariella scoprono di essere cornuti. Ma costante il lockdown sono costretti a vivere sotto lo stesso tetto. I menages che ne derivano sono quelli che bene o male ognuno di noi ha vissuto in quel frangente dannoso, ma la forza del film sta proprio nella precisa documentazione in chiave comico-drammatica di quel tempo: precisi ne sono i linguaggi ed i cattivi pensieri.
Vanzina ha avuto sempre questa capacità: di registrare questa realtà reale del momento che si viveva e di riportarla senza filtri, se non quelli della bravura degli attori. Ma almeno lo spettatore ride di sé stesso non castigando neanche i mores, che sono comuni alla nostra società liquida e social.
Un film quindi falsamente leggero e che si specchia non provando alcuna vergogna in quella quotidianità da commedia plautina. L’avvocato Giovanni rimbalza tra Tamara, la moglie ed una ragazzotta bergamasca. Walter tenta la strada dei social di relazione. Intanto le autocertificazioni, le multe e le passeggiate con il cane ritmano un tempo che a maggio si riapre fiducioso verso il consueto homo homini lupus. Ci sarà un remake? “Mi raccomando che il virus rimane sulle superfici, e tu sei un superficiale (Lockdown all’italiana)”.