Il commento di Garlando. Più della sconfitta inquieta il modo in cui è arrivata, senza un solo tiro in porta in casa propria. Pirlo ha diritto a tempo e pazienza, ma in società come la Juve il tempo scorre molto più rapido
“Contro Messi si può perdere. Non inquieta la sconfitta, ma il modo in cui è arrivata: senza fare un solo tiro in porta in casa propria, subendo costantemente non il Barcellona di Guardiola, ma una squadra che ha raccolto un punto nelle ultime 3 gare di Liga, che è in mezzo a una tempesta societaria e sta rinascendo con ragazzini di 17 anni (bravissimo Pedri). Non ci aspettavamo una Juve così inferiore e impotente. Poteva finire in goleada. Neppure la musichetta di Champions, che dovrebbe essere l’ossessione di casa, ha rianimato la squadra fermata da Crotone e Verona”.
Esordisce così, sulla Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, nel commentare la sconfitta di ieri della Juventus contro il Barcellona, in Champions.
Nella squadra di Pirlo si salva quasi solo Morata, mentre Dybala è “spettrale”.
Le altre due del girone non sono così forti, dunque “gli ottavi non sono a rischio”. Ma sarà difficile arrivarci da primi, scrive Garlando.
“Pirlo ha diritto a tempo e pazienza. Ma in società come la Juve, dove il risultato è culto, il tempo scorre molto più rapido. Riconoscere passi indietro più che progressi non può non allarmare. A fine ottobre è lecito pretendere che si veda in campo più di quanto visto ieri. Il tempo dei manifesti programmatici e rivoluzionari è finito”.