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Repubblica sul caso Reggiana: “Il calcio può autoproclamarsi eccezione?”

Il commento di Romagnoli: “Se verrà vietato lo sconfinamento in altre regioni i pullman delle squadre in trasferta saranno considerati come mezzi speciali? Bisognerebbe evitare che il calcio si facesse male da sé”

Repubblica sul caso Reggiana: “Il calcio può autoproclamarsi eccezione?”

Su Repubblica Gabriele Romagnoli commenta il caso della Reggiana, che ieri non si è presentata a Salerno ad affrontare la Salernitana perché conta 18 positivi tra i calciatori (29 in tutto nel club). Un caso “assurdo”, lo definisce, che si concluderà con la sconfitta a tavolino.

Romagnoli scrive:

“A questo esito si è rotolati come un pallone su un piano inclinato. Durante la breve tregua estiva le autorità del settore si sono allineate con quelle di governo: hanno sognato che il peggio fosse passato, hanno escluso la chiusura per ragioni di sopravvivenza, ma non hanno adottato, né ancora hanno dichiarato se e come lo faranno, un piano alternativo in caso di guai. E la vicenda della Reggiana è lì a dimostrare che sono arrivati. Il protocollo li accerta, ma non li risolve“.

Guardando ai numeri, è molto facile che ogni formazione titolare registi almeno una defezione.

Va bene, il calcio è rilevante per l’economia e per il morale, ma può autoproclamarsi eccezione? Se verrà vietato lo sconfinamento in altre regioni i pullman delle squadre in trasferta saranno considerati come mezzi speciali? Se si ferma è perduto, ma lo è pure se va avanti così, incapace, come i contadini descritti da Carlo Levi nel suo memoriale, di sfuggire alla trappola dei vecchi riti”.

Negli stadi di Serie B è stato affisso lo striscione “Non lasciate morire il calcio degli italiani”, scrive Romagnoli,

“ma bisognerebbe anche evitare si facesse del male da sé”.

 

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