“L’Everton è un esempio di sano pragmatismo all’italiana: niente possesso-palla, non giochicchia e quando c’è da tirare su il muro, non si vergogna di farlo”
Ieri sera, come scritto, l’Everton ha battuto l’Arsenal 2-1: terza vittoria consecutiva, dopo Chelsea e Leicester, e momentaneo secondo posto in Premier. Oggi sulla Gazzetta un commento a firma Andrea Schianchi.
Carlo Ancelotti è un bravo cuoco e ne sa qualcosa chi ha avuto la possibilità di assaggiare qualche suo piatto, magari creato dal nulla, guardando quello che c’è in frigorifero o nella dispensa e mescolando con sapienza gli ingredienti. Il metodo che usa in cucina Carletto l’ha sperimentato da tempo in panchina.
Il suo Everton è un esempio di sano pragmatismo di italica memoria: non bada al possesso-palla, non giochicchia ma verticalizza e, quando c’è da tirare su il muro, mica si vergogna di farlo. È il realismo al potere.
La Gazzetta ricorda come quest’anno
Ancelotti ha cambiato spesso copione, soprattutto a causa degli infortuni. (…) Carletto, come gli è già capitato in carriera, ad esempio quando al Milan s’inventò l’albero di Natale per far coesistere tutti i fantasisti di cui disponeva, sta dimostrando che il bravo allenatore, proprio come il bravo cuoco, non è quello che utilizzando i migliori ingredienti mette in tavola un piatto delizioso, ma quello che, arrangiandosi con ciò che ha, propone un pranzo o una cenetta dalla quale ci alza sazi e soddisfatti.
E conclude:
L’Everton di oggi, dopo un anno di cura Ancelotti, è diventato una squadra che può guadare negli occhi il fenomenale Liverpool, e questo non è da tutti.