E’ accaduto in Chievo Verona-Pisa. Il club toscano nega e rilancia: «non accettiamo lezioni di comportamento da chi non si è distinto per i valori dell’etica, del fair play e del rispetto delle regole dello sport»

Sul campo è finita 2-2, ma la gara tra Chievo Verona e Pisa ha lasciato strascichi pesanti anche fuori dal campo. A fine gara, il Chievo ha emesso un esposto per una frase razzista rivolta dal centravanti del Pisa, Michele Marconi, al centrocampista del Verona Joel Obi. Sarebbe accaduto tutto durante il primo tempo, racconta il Corriere dello Sport. Marconi si sarebbe rivolto a Obi utilizzando l’espressione “la rivolta degli schiavi”.
La partita è andata avanti regolarmente, ma a fine match sono scattate le accuse. Nel suo comunicato il Chievo Verona esprime solidarietà verso il suo giocatore e scrive:
«L’A.C. Chievo condanna e stigmatizza fermamente il comportamento razzista subito da Joel Obi, e si rammarica perché ad una frase sentita dai più in campo non sia seguito alcun provvedimento disciplinare: né da parte dell’arbitro, né da parte dell’assistente e quarto uomo, né dal procuratore federale».
Secca la replica del Pisa, che prende le distanze dall’episodio denunciato ed aggiunge:
«L’episodio incriminato non è stato rilevato dalla quaterna arbitrale, né dai responsabili di Lega e Figc presenti a bordo campo, né dai numerosi microfoni televisivi presenti a ridosso dei protagonisti. Il nostro tesserato, peraltro, ha confermato di non aver rivolto alcun epiteto offensivo al calciatore avversario, tantomeno a sfondo razziale. La società Pisa Sporting Club è attiva da sempre in ambito sociale, collabora a progetti di integrazione e di aiuto verso le fasce più deboli, sull’esempio tracciato dalla propria tifoseria conosciuta in tutta Italia anche per iniziative benefiche e di lotta verso il razzismo. Il Pisa Sporting Club, per tali motivi, non accetta lezioni di comportamento da nessuno, tantomeno da chi non si è certo distinto negli ultimi anni per i valori dell’etica, del fair play e del rispetto delle regole basilari dello sport».
Sull’accaduto, scrive il Corriere dello Sport, è stata già aperta un’inchiesta da parte della Procura federale.