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Le poche prestazioni dignitose del Napoli di Gattuso sono state col centrocampo a due

Dopo quel che è accaduto a Mihajlovic, non possiamo credere che la squadra si sia lasciata condizionare dai problemi di salute di Gattuso

Le poche prestazioni dignitose del Napoli di Gattuso sono state col centrocampo a due

Ancora una volta, puntuali come il Natale, ad ogni mancata vittoria del Napoli, i presunti “competenti di pallone” nostrani non sanno far altro che additare le responsabilità dell’ennesima prestazione negativa del Napoli al “modulo” e, nella fattispecie, al tanto vituperato centrocampo con soli due centrali.

Meno male che il cenone di Natale è, per tradizione, a base di pesce visto che, a Napoli, non sono pochi coloro che necessitano di una forte cura di fosforo, dal momento che in tanti dimenticano (o forse fingono di dimenticare) che il Napoli di Gattuso quelle poche prestazioni degne di nota le ha offerte proprio quando ha giocato con i due centrocampisti centrali: secondo tempo a Parma e partita casalinga con il Genoa (Fabian Ruiz e Zielinski), Atalanta (Bakayoko e Fabian Ruiz), secondo tempo con la Sampdoria (Demme e Zielienski) e ultimi 30′ con l’Inter (Demme e Fabian Ruiz).

Viceversa quando Gattuso ha schierato i tre centrocampisti centrali, se si escludono le quattro gare di Coppa Italia con Lazio, Inter e Juve, giocate “all’italiana” (difesa e contropiede) il Napoli non ha quasi mai brillato: vedi il primo tempo abulico e soporifero di Parma, le sconfitte dello scorso campionato a Bergamo con l’Atalanta, a Milano con l’Inter, a Parma e quella casalinga con il Lecce, il pareggio a Bologna, le vittorie sofferte di Cagliari e Brescia e quelle in casa con Udinese e Sassuolo.

Eppure, nonostante questi numeri chiari ed inequivocabili, a Napoli in tanti continuano a pensare che tutto dipenda dal modulo e/o dalla posizione in campo di questo o quel calciatore, quando poi lo stesso Gattuso ha parlato chiaramente di stanchezza fisica e mentale e di squadra che ha risentito della sua malattia.

A tal riguardo, però, è opportuno fare un’osservazione: negli ultimi mesi abbiamo avuto più di un allenatore colpito dal Sars-CoV-2 e che, in quanto tale, non ha potuto seguire dal vivo la propria squadra, abbiamo avuto addirittura un allenatore che si ammalato di leucemia e che è dovuto stare per mesi interi in isolamento in ospedale ma, nonostante ciò, abbiamo visto le rispettive squadre dare il 110% in campo per i propri allenatori. A Napoli invece, poverini, sono così sensibili che si sono “depressi” e sono stati condizionati in negativo dai problemi di salute di Gattuso. Se così fosse, questa è solo l’ennesima riprova di un gruppo mentalmente debole e inaffidabile, che si lascia condizionare dagli eventi e, pertanto, non in grado di giocare in una squadra di vertice.

Altro che moduli e posizioni in campo.

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