Lo Spiegel racconta la storia di Seguin, che ha circumnavigato l’Antartide da solo gareggiando coi migliori al mondo fregandosene dell’handicap
Damien Seguin ha 41 anni una mano sola da sempre. E’ nato così. E così è da 80 giorni nel gruppo di testa del Vendée Globe, la regata in solitaria più impegnativa del mondo, gareggiando contro il meglio del meglio dei velisti internazionali.
Seguin è il primo skipper disabile in oltre trent’anni di storia della mitica regata. Ha vinto le Paralimpiadi del 2004 e del 2016, ma il punto stavolta non era vincere: era farlo. La sua storia, che racconta Lo Spiegel, è una lezione. E lui la intende proprio così: dimostrare che i limiti sono solo mentali. “Così altri genitori potranno dire ai loro figli disabili: sappiamo che si può fare”.
Per capirci, il Vendée Globe è soprannominata “L’Everest de la mer”: prevede la circumnavigazione completa in solitario, senza possibilità di attracco o di assistenza esterna dell’Antartide, con arrivo e partenza dal porto francese di Les Sables-d’Olonne, in Francia. 48.000 chilometri da soli, navigando acque gelide e quasi sempre in tempesta, da soli. Nel suo caso con una sola mano.
Dice Seguin che i suoi genitori non gli hanno mai spiegato il concetto di “limite”. Quando gli hanno comprato le scarpe con i lacci al posto del velcro, ha imparato ad allacciarle con una sola mano, e che con più impegno avrebbe potuto ottenere tutto ciò che gli altri possono fare senza limitazioni. Lui la racconta così.
E’ cresciuto tra la Costa Azzurra e le montagne più alte delle Alpi occidentali. Quando aveva circa dieci anni, la famiglia si trasferì nei Caraibi. Il primo contatto con la vela è avvenuto in Guadalupa: nel 1990 resta fulminato al traguardo della Regata Route du Rhum. “Non ne sapevo niente, ma tutti ne parlavano. È stata come una rivelazione. Queste barche gigantesche, i marinai che chiedevano autografi, come venivano celebrate le rock star. Volevo farlo anche io”.
Si iscrive al corso di vela. All’età di 13 anni fa le prime gare. Dopo aver finito la scuola, studia biologia, poi abbandona. Passa all’accademia nazionale di vela francese a Lorient e completa il corso di formazione per insegnanti di sport.
Prende parte a quattro Paralimpiadi, vince l’oro e l’argento. Ma dopo i giochi di Rio del 2016, la vela viene tolta dal programma. Seguin decide di concentrarsi interamente sulla navigazione oceanica. Inizia proprio con la Route du Rhum, poi passa per il Vendée-Arctique fino al Vendée Globe.
Nelle ultime settimane ha raccontato e filmato più e più volte le situazioni estreme che sta vivendo: burrasche e alto mare attraverso tutte le zone climatiche, e tre mesi di solitudine. Non ha praticamente apportato modifiche alla barca per il suo handicap. Ha cambiato solo il cosiddetto “macinacaffè”, la colonna del verricello con cui vengono issate, recuperate e regolate le vele: ha un manicotto per la protesi della mano in modo da poter utilizzare anche il braccio sinistro. Per il resto ha lo stesso equipaggiamento degli altri skipper: uno yacht di classe Imoca lungo circa 18 metri e pesante otto tonnellate.
Gli skipper sono ora soli in mare da 77 giorni. Seguin naviga nel primo gruppo da settimane. All’inizio di gennaio era addirittura al secondo posto. È l’unico davanti a navigare senza foil, quelle ali che accelerano gli yacht e li fanno letteralmente volare. La barca di Seguin è vecchia, è del 2008, la sua avventura, sponsorizzata da una compagnia di assicurazioni sanitarie, ha un budget relativamente basso. Solo l’aggiornamento con i foil sarebbe costato circa mezzo milione di euro. Ha fatto senza. Senza mano, senza foil.
Seguin è stato in grado di tenere il passo a lungo, la sua barca non ha subito gravi danni durante la circumnavigazione del mondo di 48.000 chilometri, mentre altri hanno rotto timoni, chiglie e alberi, si sono scontrati con balene persino. Ma ora i “foilers” stanno accelerando lungo l’Atlantico per gli ultimi mille chilometri. Una volata e Seguin è un po ‘arretrato. Ha avuto sfortuna con il vento, Ha scritto su Twitter: “Mi piace attaccare. Attaccherò fino alla fine”.
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