Incredibile finale della Vendée Globe: dopo 80 giorni passati tra balene, tempeste e iceberg, il tedesco Herrmann è stato speronato mentre si stava giocando la vittoria
Cinquantamila chilometri nel mare più incazzato del mondo, circumnavigando l’Antartide da soli alla guida di una barca a vela di 18 metri, per 80 giorni. Tra iceberg, balene e conteiner abbandonati nel Pacifico che ti sfondano lo scafo, onde di 10 metri di acqua ghiacciata. Arrivare in volata al traguardo in Francia, e scontrarsi con un peschereccio.
Così si sta concludendo l’incredibile Vendée Globe del velista tedesco Boris Herrmann: le sue speranze di vittoria si sono infrante su un normale peschereccio con l’obiettivo quasi in vista.
La sfortuna ha colpito il 39enne nel sonno: si era assopito per un breve momento quando un tonfo lo ha svegliato – raccontano tutti i giornali tedeschi – e improvvisamente il peschereccio l’ha speronato. Nonostante i sistemi radar, che in teoria dovrebbero attivare una manovra evasiva automatica.
“Il peggior incubo che abbia mai vissuto“, ha detto Herrmann un’ora dopo la collisione. “Avevo tutti i sistemi di allarme. Ma non suonava alcun allarme.” Herrmann sospetta che il peschereccio avesse disattivato il suo sistema di identificazione automatica (AIS).
I danni: un foil rotto nella collisione, il bompresso rotto, la vela di trinchetto impigliata nella gru del peschereccio. E così, dopo riparazioni improvvisate, Herrmann si è trascinato illeso verso il porto veleggiando con pochi nodi di vento. Con la prospettiva di vincere la regata più dura del mondo svanita.