Tradizionalmente interessato agli aspetti tattici, la rivista on line non resiste alla tentazione di soffermarsi su quello che definisce un reality show
L’Ultimo Uomo dedica un articolo al reality show Gattuso-Lozano. Un articolo gustosissimo, con tanto di audio, incentrato sullo spettacolo – show appunto – che va in onda a ogni partita del Napoli. La novità clamorosa è che in genere l’Ultimo Uomo si sofferma su aspetti tecnici del gioco del calcio, evidentemente le involontarie gag tra Gattuso e Lozano hanno incuriosito al punto di sovrastare l’aspetto tattico.
Urla che possono sembrare appunto più mistiche che utili, come spesso ci sembrano quelle degli allenatori in questa fase senza pubblico, con un frasario piuttosto standard e poco tecnico («copri», «torna», «falla girare» non urlano molto di più nei 90’), ma che – non da sole immagino – hanno stimolato Lozano.
L’Ultimo Uomo, a firma Marco D’Ottavi si sofferma su Napoli-Atalanta.
A impressionare verbalmente sono soprattutto i 45 minuti in cui Lozano gioca sul lato di Gattuso. L’allenatore lo chiama continuamente, lo spinge, lo motiva, lo riprende, come se avesse paura che senza la sua voce Lozano possa perdersi nel suo mondo fatato. Solo nel primo tempo contro l’Atalanta si è sentito Gattuso rivolgere al suo giocatore le seguenti frasi: «Vieni Chucky!», «Buona Chucky», «Dai dai, puntalo, puntalo», «Seconda Chucky», «Vai Chucky, dai dai dai», più altre indicazioni indecifrabili. In quei 45 minuti Lozano aveva segnato due gol (curiosamente le uniche due occasioni in cui l’allenatore non gli aveva urlato nulla).
Effettivamente Gattuso può sembrare un orco quando si rivolge a Lozano. Le sue urla non sono infatti solo incitamenti generici o indicazioni vaghe. In alcune occasioni più che un allenatore può sembrare uno di quei padri che non è mai contento di quello che fa il figlio.