ilNapolista

In due mesi il Napoli è passato da cinque centravanti a nessuno

Llorente e Milik gli esuberi venduti, Osimhen e Mertens totalmente fuori condizione, Petagna con problemi di usura: così Gattuso si ritrova Lozano prima punta

Il mercato, gli infortuni e adesso anche il Covid si è aggiunto alle grandi varianti da considerare in una stagione. Aspetti che hanno interessato, chi più e chi meno, tutte le squadre della Serie A, ma che nel Napoli hanno dato vita ad una situazione ai limiti del paradosso. Soltanto nel mese di novembre, infatti, il Napoli aveva sotto contratto ben cinque giocatori impiegabili nel ruolo del terminale offensivo. C’erano Osimhen, Mertens, Petagna, Llorente e infine Milik, che nonostante risultasse ancora di proprietà del Napoli era stato escluso dalle liste delle varie competizioni. Un’abbondanza talvolta difficile da gestire, che aveva costretto Gattuso ad inventarsi un 4-2-3-1 per far convivere i suoi migliori marcatori in modo sostenibile. Soltanto due mesi dopo, il tecnico è stato costretto a schierare Lozano come centravanti contro lo Spezia, nella gara di Coppa Italia, passando da cinque giocatori a zero in quella posizione.

Llorente e Milik sono stati sempre considerati degli esuberi, già prima che cominciasse la stagione. Il Napoli aveva deciso di non puntare più sullo spagnolo dopo l’acquisto di Petagna e la contestuale permanenza di Mertens, ma non è riuscito a trovargli una sistemazione nel mercato estivo. Quella invece l’aveva trovata Milik (la Roma), ma la società non ha voluto cedere nel braccio di ferro per i crediti che vantava nei confronti del giocatore, che alla fine sono stati abbonati per spedirlo a Marsiglia. I rapporti sono diventati tesi e De Laurentiis ha voluto punirlo tenendolo fuori rosa.

I problemi maggiori hanno interessato Victor Osimhen. Il nigeriano, punta di diamante (quantomeno per il costo), dopo un avvio di stagione a marce basse si è infortunato alla spalla con la nazionale a novembre. Da quel momento, è cominciato un susseguirsi di previsioni mediche avventate, che hanno distolto dalla reale entità del problema fisico che ha richiesto un decorso più lungo del previsto. Quando stava per ultimare il recupero, l’imprudenza della festa di compleanno in Nigeria l’ha verosimilmente esposto al contagio da coronavirus, che ne ha prolungato l’indisponibilità. È rientrato per un disperato assalto col Verona, riproposto poi con lo Spezia in Coppa Italia, ma è apparso notevolmente in ritardo di condizione. E bisogna sperare che la spalla sia davvero completamente guarita.

Non da sottovalutare nemmeno la situazione di Dries Mertens, che era uscito in lacrime durante la gara di campionato con l’Inter di metà dicembre. Una scena che aveva spaventato tutti, un timore che però si era presto ridimensionato dopo gli esami medici. L’ottimismo, tuttavia, è tornato fuori luogo dopo le ultime uscite, in cui il belga è parso il fantasma di sé stesso: poco brillante, poco preciso, poco incisivo. Addirittura con lo Spezia è entrato ed è stato sostituito nella stessa frazione di gioco. Il suo recupero probabilmente è stato affrettato e servirà ancora del tempo – non sappiamo quanto – prima di rivedere il vero Mertens.

Perlomeno, in questo periodo problematico, Petagna aveva rappresentato una soluzione di tutto rispetto considerando le difficoltà. Ma l’impiego ripetuto a cui è stato costretto gli ha provocato qualche noia muscolare che il Napoli non poteva permettersi di ignorare. Gattuso l’ha tenuto in panchina nell’ultima uscita e potrebbe decidere in tal senso anche contro il Parma. La caratura non elevata dell’avversario potrebbe suggerire all’allenatore di riproporre senza troppi patemi Lozano a guidare l’attacco. Anche perché, passando da cinque opzioni a nessuna, non ci sono proprio altre alternative.

ilnapolista © riproduzione riservata