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Se non interessa ai genitori campani il futuro dei loro figli, figuriamoci a De Luca

POSTA NAPOLISTA – In tante scuole di Napoli i genitori disposti a far riprendere in presenza la scuola ha la stessa percentuale di gradimento della Juve a Napoli

Se non interessa ai genitori campani il futuro dei loro figli, figuriamoci a De Luca

Mentre il CTS inizia a varare e programmare nuove aperture e nuove tonalità di colore, la Campania, nonostante De Luca (Crozza lo sappia), rimane all’età della pietra. Il calendario regionale è ancora fermo forse al mese di aprile. Quando De Luca, con lo sfondo in stile Ceausescu, tutelava i campani ed il suo successivo mandato, dai numeri che nella prima ondata sembravano crescere a dismisura, giorno dopo giorno, ignari dei numeri che avremmo visto correre tra ottobre e gennaio. De Luca ancora ha il piglio e le minacce di aprile. Crea infatti, attraverso dei numeri non riscontrabili, soprattutto quando parla di scuole e studenti (le sue vittime preferite) una percezione che il virus, nonostante i passi in avanti della ricerca e del vaccino, per i napoletani sia ancora un male oscuro e sinistro, qualcosa da cui non riuscire a guarire.

Ovviamente siamo a conoscenza dei decessi che si accumulano. Ma come giustamente diceva il professor Bellavista, che contava gli occupati e non i disoccupati, dovremmo contare i guariti non certo i caduti, altrimenti non supereremo mai questa fase, con buona pace di Nick Hornby. Insomma come napoletani dovremmo già essere entrati nella fase di convivenza con il virus, ma
a causa delle parole e delle ordinanze deluchiane e dell’ignoranza generalizzata e di comodo di tanti, che sembrano non voler proprio abbandonare lo stato di emergenza dettato dalle contingenze. Ma la popolazione terrorizzata è strumentale solo al presidente della Regione. Non certo dei cittadini campani, e men che meno ai loro figli. I quali vengono definiti cavie su Facebook dai loro ormai “maturi” genitori, ma che tornano ad essere disinteressati alla propria prole, non sbarrando la porta di casa ai propri figli quando il pomeriggio escono con i loro coetanei, contribuendo, soprattutto in quella sede, alla diffusione del virus.

Perché ovviamente per i genitori di oggi è molto più utile la socialità del tempo libero, piuttosto che la socialità didattica, che preserverebbe i propri figli da un futuro da Neet, ovvero da un lavoro in un call center mal pagato. Ed è molto più facile accondiscendere alla DAD con tutte le comodità del caso, piuttosto che tornare ad imporre ai propri figli una vita da cittadini normali che si alzano la mattina e si recano alla propria occupazione. Ma sono proprio i genitori che dovrebbero stimolare e sollecitare i propri figli alla ripresa della loro occupazione. Ed invece in tante scuole di Napoli i genitori disposti a far riprendere in presenza la scuola ai propri figli ha più o meno la stessa percentuale di gradimento della Juve a Napoli. E ci fermiamo
qui non volendo certo entrare, non ne abbiamo le competenze, nelle intricatissime dinamiche genitoriali attuali. Dobbiamo necessariamente tornare a considerare già fallimentare il secondo mandato del lucano De Luca.

Al Presidente della Regione non interessano i nostri figli, almeno i minorenni, perché non votano e non lo voteranno, perché lui
sarà già troppo agèe. Per questo dobbiamo essere noi genitori coloro i quali salvano il proprio futuro dall’ignoranza e dalla subalternità culturale ed occupazionale. Dobbiamo essere noi genitori nemici dei nostri figli, facendo il loro bene, che loro non riescono a percepire oggi, scrostandoli dalle poltrone sulle quali sono seduti da un anno, non ciurlando nel manico con scuse su fragilità di parenti e conviventi (perché poi rischiano quelli che davvero hanno a che fare con situazioni delicate), restituendoli alla loro vita, alla loro occupazione. Imponendo loro il rispetto delle regole, sia per quanto riguarda loro stessi, sia per quanto riguarda la diffusione del virus.

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