La stella dei Lakers ha risposto allo svedese: “Non esiste in alcun modo che io mi limiti solo allo sport, perché mi rendo conto di quanto forte sia la mia voce”
Zlatan Ibrahimovic nelle scorse ore aveva rilasciato un’intervista in cui criticava la posizione socialmente molto attiva di LeBron James, lasciando intendere che gli atleti dovessero concentrarsi principalmente sulla loro professione. La risposta della stella dei Los Angeles Lakers non si è fatta attendere: queste le sue dichiarazioni riportate da NBA24 dopo la vittoria su Portland di stanotte.
Non starò mai zitto su ciò che non va. Io prendo posizione sulle cause che riguardano la mia gente, sulle disuguaglianze, sulle ingiustizie sociali, sul razzismo, sulla sistematica soppressione del diritto di voto. Io facevo parte di quella comunità e so che queste cose si verificavano e continuano a verificarsi. Ne sono consapevole, perché ci sono oltre 300 bambini nella scuola che ho fondato.
Loro hanno bisogno di una voce e io sono la loro voce, uso la mia piattaforma per continuare a gettare luce su questioni che possono verificarsi non solo nella mia comunità, ma anche nel resto del Paese e del mondo. Non esiste in alcun modo che io mi limiti solo all’ambito sportivo, perché mi rendo conto di quanto forti siano la mia posizione e la mia voce. Può chiedere a Renée Montgomery se fosse giusto che tacessi e mi limitassi a palleggiare. Adesso c’è una splendida donna di colore, che fa parte di un gruppo che ha acquistato la franchigia WNBA delle Atlanta Dream.
Curioso, poi, che queste parole vengano da lui, la stessa persona che nel 2018, rientrata in Svezia, si occupò esattamente della stessa cosa, sottolineando che, per il semplice fatto che il suo cognome non suonava esattamente come gli altri, percepiva un certo razzismo in campo. Non fu lui stesso a dirlo? Credo proprio di sì. Perciò io dico quello che penso e credo proprio di essere la persona sbagliata a cui rivolgere certe critiche, perché faccio il mio dovere.