Il professore di fisica che segue l’andamento del coronavirus a Repubblica: «Ora ci sono le varianti che preoccupano. Meglio scegliere interventi pesanti ma rapidi e in zone limitate»
Roberto Battiston, professore di fisica all’Università di Trento che da mesi studia l’andamento dell’epidemia di coronavirus spiega a Repubblica che è il momento di correre ai ripari
«Stiamo già usando tutti gli strumenti a disposizione: mascherine, distanziamento, vaccini, immunità di gregge di chi si è già ammalato. Però abbiamo di fronte le varianti, molto più aggressive del virus ordinario, che stanno diventando le forme più diffuse».
Per le prossime 4 settimane i casi continueranno a crescere secondo Battiston nonostante le misure prese al momento il rischio di trovarsi in emergenza è reale
«Se ritardiamo le azioni di contenimento ci fermeremo solo quando il sistema sanitario non reggerà più l’urto. Rischiamo di trovarci presto in una situazione molto peggiore di ottobre»
Il motivo che deve destare maggiore preoccupazione sono i numeri da cui si parte «A settembre l’Rt cominciava a salire ma avevamo 50 mila infetti, adesso sono 400 mila»
Ci sono zone in condizioni gravi come Pescara, Chieti, Matera, Salerno, Imperia, Bergamo, Brescia, Ancona, Ascoli, Campobasso, Monza, Trento e buona parte della Toscana. E zone peggiorano come il comune di Napoli, il Piemonte, alcune province del Friuli, Frosinone, e province lombarde come Como e Cremona.
Bisogna intervenire subito dunque con interventi duri e mirati nelle zone che destano maggiori preoccupazioni
«Invece di chiudere tutto per un tempo lungo, magari decidendo tra una settimana, sarebbe meglio scegliere interventi pesanti ma rapidi e in zone limitate»