La seconda vittoria consecutiva d’autore avvicina la Champions e apre una discussione sulle occasioni perdute (l’alibi infortuni è fragile)
È strana la sensazione che regala la seconda vittoria consecutiva esterna del Napoli. Dopo il Milan, la Roma (0-2 strameritato, doppietta di Mertens). Dopo San Siro, l’Olimpico. La vittoria non può non avere un sapore agrodolce. La squadra di Gattuso è ancora al quinto posto, fuori dalla Champions, eppure anche stasera ha dimostrato di poter battere la seconda in classifica e l’unica italiana rimasta nelle coppe europee. Se pensiamo a cosa fu Inter-Napoli, con una sconfitta rimediata dopo una partita dominata, è difficile non mangiarsi le mani per una stagione letteralmente buttata. Anche perché è molto improbabile che ricapiterà una Juventus così sbalestrata. Il Napoli adesso è a due punti dalla zona Champions (in caso di parità con l’Atalanta, si qualificherà il Napoli) e deve ancora recuperare la ormai celebre partita in casa della Juventus.
A nostro avviso è fuorviante ridurre tutto alle assenze. Non vogliamo qui ripeterci, ma il Napoli non ha affatto avuto più infortuni di altre squadre. Nemmeno nello stesso reparto, ci sono fior di statistiche a dimostrarlo. Basta sapere che Ibrahimovic ha giocato appena 15 partite in questo campionato. C’è stato qualcos’altro e De Laurentiis farebbe bene a capirlo. Perché le aree tecniche cambiano – Gattuso e Giuntoli a giugno saluteranno – ma i calciatori (la maggior parte) restano, così come l’aria che si respira nello spogliatoio. Vorremmo inoltre ricordare che anche a Milano contro l’Inter – una delle migliori prestazioni degli azzurri – Gattuso giocò senza Osimhen e Mertens che si infortunò proprio in quella gara. È dura rifugiarsi in simili giustificazioni per le sconfitte contro Spezia Genoa e in parte Verona che comunque è più forte, o per il pareggio casalingo contro il Torino. C’è stato un lungo inspiegabile black-out che ha tagliato il Napoli fuori dal campionato già a dicembre. Per non parlare dell’Europa League.
Non vorremmo che la risposta fosse la cosiddetta settimana tipo, come da tempo viene ripetuto a Napoli. Sarebbe grave oltre che anacronistico. Se così fosse, il Napoli sarebbe una squadra fuori tempo. Più adatta a giocare negli Ottanta che nel 2021. Oggi il calcio è questo. Invitiamo il club ad un’analisi più approfondita. A nostro avviso le due vittorie consecutive e il quinto posto in solitudine accrescono le responsabilità della guida tecnica del Napoli. Ma non può essere solo responsabilità della guida tecnica. Una squadra è un insieme di fattori. A Gattuso va riconosciuto il merito di aver compreso i suoi errori, ha accantonato l’idea di giocare con Bakayoko e ha rispolverato Demme in coppia con Fabian. Si può giocare a due a centrocampo, stasera ne abbiamo avuto l’ennesima conferma. E l’allenatore è stato bravo a insistere con Zielinski in quel ruolo-cerniera: il polacco sta offrendo il meglio di sé.
Un po’ di cronaca.
Il primo tempo è stato a senso unico. Il Napoli è stato assoluto padrone della partita. La Roma è sembrata uno sparring partner nemmeno tanto brillante. La squadra di Fonseca ha assistito alle manovre degli azzurri. Il gol è arrivato su punizione ma è stato meritato, arrivato al termine di un lungo dominio territoriale. Il Napoli ha segnato con la qualità. Ha conquistato la punizione con la solita giocata d’autore di Zielinski che se l’è portata avanti col tacco ed è stato messo giù. Mertens ha aspettato che Pau Lopez piazzasse la barriera e poi non ha avuto dubbi: forte e preciso sul secondo palo. Pochi minuti e c’è stato il raddoppio. Il solito lancio di Insigne, Politano fa il Callejon e di testa ha appoggiato al centro dove Mertens solo soletto ha appoggiato in rete anche lui con la capoccia (per dirla in romanesco). Due a zero quasi senza sudare. Se stasera Fonseca voleva far colpo su De Laurentiis, a fine primo tempo (ma anche a fine match) abbiamo avuto la certezza che non sarà lui il successore di Gattuso. Ha incassato quattro gol a Napoli e due a Roma: in totale fanno sei. E in 180 minuti ha fatto il solletico gli azzurri.
Incassato anche il secondo, i giallorossi hanno dato qualche timido segnale della propria presenza in campo. Nulla di che, ma almeno si è intuito che non c’era alcun divieto di oltrepassare la metà campo. Il Napoli fisiologicamente ha rincula dopo 35 minuti che sono parsi una passeggiata di salute. Nella ripresa, la Roma ha fatto qualcosina in più. Nulla di trascendentale. Un palo con Pellegrini e poco più. Non c’è stata partita. Il Napoli ha dimostrato di essere nettamente più squadra della Roma.