In conferenza riappare il sovranismo calcistico che individua nella eccessiva presenza straniera in panchina uno dei principali problemi
Ieri lo abbiamo definito sovranismo calcistico. E abbiamo scritto che l’ultima vittima è Paulo Fonseca. Prima di lui, il sistema calcio in Italia ha maciullato ed espulso Luis Enrique sempre a Roma così come Benitez a Napoli. Un meccanismo che conosciamo fin troppo bene. Il calcio italiano perde sempre più posizioni, è fuori dalla coppe (tranne che per la Roma di Fonseca) eppure continua a guardare dall’alto in basso coloro i quali credono di poter lavorare da noi senza adeguarsi ai nostri usi e costumi.
Oggi, puntuale come la resistenza italica al football straniero, in conferenza stampa è arrivata la domanda all’allenatore della Roma. “Vista la disparità di risultati tra quelli ottenuti in Europa e quelli ottenuti in Italia, non ritiene che il suo staff si arricchirebbe con una figura che conoscesse meglio il calcio italiano, con un conoscitore del calcio italiano? Un po’ come accaduto in Premier con Zola che al Chelsea affiancò Sarri”. Fonseca lo ha guardato e ha risposto in circa sessanta centesimi di secondo: «Mai ho pensato. Mai». Quattro parole. Pure troppe, deve aver detto tra sé e sé Fonseca. E spazio alla prossima domanda.
Ricordiamo, en passant, che a Napoli Benitez fu martirizzato con la formula “non conosce il calcio italiano”.
LA DOMANDA AL MINUTO DUE