E’ stata il primo direttore di gara donna in Serie B. Al Cormez: «In un derby San Giorgio-Ercolano espulsi un calciatore ospite e dagli spalti si alzò una voce: “arbitro, tu sì che sì n’omm”»
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Il Corriere del Mezzogiorno intervista Maria Marotta. E’ stata il primo arbitro donna a dirigere una gara in Serie B, qualche giorno fa. Precisamente Reggina-Frosinone. Ha 37 anni, è originaria di San Giovanni a Piro, nel Cilento.
Sgombra subito il campo dagli equivoci: non chiamatela più arbitro donna.
«Sono arbitro e basta. Non serve più dire arbitro donna. È finita».
Racconta che la sua passione per il calcio è iniziata quando era bambina. Quando era alle medie iniziò da una squadra di calcio locale. Poi nel 2002 il corso per arbitri alla sezione Aia di Sapri.
«Mi presentavo sui campi da sola, prendendo i mezzi pubblici».
Ha arbitrato ovunque, nell’hinterland napoletano. Racconta un aneddoto.
«Ricordo un derby San Giorgio-Ercolano quando espulsi un calciatore della squadra ospite e dagli spalti si alzò una voce: “arbitro, tu sì che sì n’omm”».
Mai avuto offese, minacce, o messaggi negativi, dice.
Parla dei riti prepartita:
«Prima delle gare ascolto sempre Le rondini di Lucio Dalla».
E del futuro degli arbitri donna in Italia
«I tempi sono maturi, per questo invito le ragazze a prendere parte ai corsi per arbitri anche perché ora c’è la possibilità sia di arbitrare che di giocare, tesserati in una squadra giovanile. È una scuola che ti forma, ti educa e che a me ha cambiato la vita».